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La Cassa dei ragionieri approva il consuntivo 2020

/ REDAZIONE

Mercoledì, 28 aprile 2021

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Utile al lordo di accantonamenti e rettifiche di valore di 152,5 milioni di euro e un utile netto pari a 64,95 milioni. Sono i numeri del bilancio consuntivo 2020 della Cassa di previdenza dei ragionieri, approvato ieri dall’assemblea dei delegati a larga maggioranza.

I risultati del documento contabile sono migliori rispetto a quanto previsto dall’assestamento dello scorso novembre, grazie a una minore svalutazione dei valori mobiliari (10,5 milioni a fronte dei 20 stimati) e al positivo andamento dei mercati finanziari nell’ultimo trimestre 2020, che hanno permesso di recuperare la performance negativa registrata nei primi sei mesi dell’anno, in cui l’emergenza pandemica ha inciso di più sulla volatilità dei mercati.

Alla fine, si è riuscito a raggiungere un risultato oltre le attese, che ha permesso all’ente guidato da Luigi Pagliuca di ottenere un rendimento di tutto il patrimonio investito pari al 2,49%, mentre le gestioni patrimoniali hanno prodotto un rendimento del 3,84%.

Gli altri dati che portano al risultato lordo di 152,5 milioni riguardano le rettifiche di valore dei crediti verso iscritti e conduttori di immobili (32,3 milioni di euro circa, in flessione rispetto al 2019 di circa 24,1 milioni), la svalutazione delle partecipazioni immobilizzate per 30,1 milioni a fronte di perdite di valore ritenute durevoli, mitigati dalla ripresa di valore delle partecipazioni iscritte nell’attivo circolante per 0,6 milioni di euro, l’accantonamento per rischi e oneri per 14,7 milioni, la rettifica di valore dei titoli iscritti nel circolante per 10,5 milioni.

Alla fine dello scorso anno, l’ente contava in tutto, inclusi i pensionati, 28.198 iscritti (a fronte di una stima di 28.960) e un totale di entrate per contributi, considerate anche le sanzioni e gli interessi per ritardato pagamento, di 317,9 milioni (il preventivo assestato ne stimava 317,1).

Le pensioni erogate, sia dirette che indirette, sono 10.096 prestazioni, con un incremento di 336 prestazioni (+ 3,44%), dovuto alle 223 pensioni di vecchiaia dirette erogate nel 2020 e alle 165 pensioni in cumulo (139 pensioni di vecchiaia e 26 pensioni anticipate). Nonostante il lieve decremento delle prestazioni rispetto alle stime del preventivo (-1,87%), la spesa previdenziale si è attestata a 237 milioni a fronte di una previsione assestata di 241,55.

Quanto agli investimenti finanziari, il patrimonio investito è di 2.161,3 milioni di euro, con una valutazione a mercato di 2.255,4 milioni di euro. Il rendimento del 3,84% risulta inferiore rispetto all’asset allocation strategica che ha chiuso il 2020 al 5,42%. Da quando si è deciso di conferire il mandato della gestione degli investimenti a dei soggetti selezionati tramite gara europea (ovvero dal 25 giugno 2015) il rendimento totale è stato pari a +25,58%, contro il rendimento del benchmark dell’AAS che registra da inizio mandato un +31,87%.

L’avvio del 2021 lascia pensare che i buoni rendimenti fatti registrate a partire dall’ultimo trimestre del 2020 possano ripetersi. Nei primi 4 mesi dell’anno, infatti, le gestioni patrimoniali hanno fatto registrare un rendimento finanziario positivo del 4,59% contro un rendimento del portafoglio benchmark del 3,72%. L’auspicio dell’ente previdenziale dei ragionieri è che le misure di politica fiscale e monetaria, unitamente all’avvio del PNRR, consentano un consolidamento nonché un miglioramento delle performance.

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