Rimborso IVA a non residenti precluso se la richiesta di partita IVA è tardiva
L’Amministrazione finanziaria ha negato anche l’accesso al «rimborso anomalo»
L’Agenzia delle Entrate, con la risposta a interpello n. 147 di ieri, ha riesaminato i limiti che non consentono di accedere al rimborso dell’IVA assolta in Italia, da parte di un soggetto non stabilito, qualora egli:
- non sia in possesso di una posizione IVA italiana al momento di effettuazione degli acquisti;
- non abbia rispettato il termine decadenziale per l’accesso al rimborso di cui all’art. 38-bis2 del DPR 633/72.
Il caso rappresentato concerne un soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell’Unione europea, il quale negli anni 2017, 2018 e 2019 ha effettuato acquisti di beni e servizi, territorialmente rilevanti in Italia, e operazioni attive integralmente soggette al meccanismo del reverse charge.
Il soggetto passivo non stabilito in Italia era
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41