Effetti fiscali incerti per la cessione del marchio da parte del privato
Secondo una tesi, il corrispettivo percepito dal cedente costituisce reddito diverso
Una questione da anni controversa è quella che riguarda la rilevanza fiscale del corrispettivo percepito per la cessione del marchio, nell’ipotesi in cui il cedente non sia né un imprenditore né un esercente un’arte o una professione.
Al riguardo, occorre premettere che tale fattispecie non è elencata tra quelle che danno origine a redditi assimilati a quelli di lavoro autonomo ai sensi dell’art. 53 comma 2 lett. b) del TUIR, che contempla i redditi derivanti dall’utilizzazione economica di diritti d’autore e di proprietà industriale.
Tale esclusione è il frutto di una precisa scelta legislativa, dettata dal fatto che, all’entrata in vigore del TUIR, l’art. 2573 c.c. consentiva la trasferibilità del diritto esclusivo all’uso del marchio solo congiuntamente
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