Commercialisti: «Dopo i Testi unici, via al Codice tributario»
CNDCEC ascoltato in audizione sui due schemi di decreti legislativi in materia di sanzioni e giustizia tributaria
La riorganizzazione per settori omogenei della normativa tributaria deve essere considerata il “primo passo per la realizzazione di un ulteriore obiettivo della legge delega, ancora più ambizioso, costituito dalla redazione di un vero e proprio Codice tributario, articolato in una parte generale, sugli adempimenti e sulle procedure, e una parte speciale, sui singoli tributi”. È questo l’auspicio che il Consiglio nazionale dei commercialisti ha espresso nel corso dell’audizione sugli schemi dei decreti legislativi recanti “Testo unico delle sanzioni tributarie, amministrative e penali” e “Testo unico della giustizia tributaria”, tenutasi ieri presso le Commissioni riunite Giustizia e Finanze della Camera.
Si tratta di due testi che, in attuazione di quanto disposto dalla delega fiscale, hanno come obiettivo generale, si legge nelle Relazioni illustrative, la ricognizione della normativa vigente, attraverso la raccolta delle disposizioni nazionali e la creazione di una disciplina organica che contempli in un unico corpus normativo, rispettivamente, i principi generali in tema di sanzioni amministrative, nonché la disciplina sanzionatoria sostanziale, amministrativa e penale, di riferimento dei singoli tributi erariali (Atto del Governo n. 192) e l’ordinamento della giurisdizione tributaria e le disposizioni sul processo tributario (Atto del Governo n. 193).
Due interventi di carattere meramente compilativo, di cui il Consiglio nazionale, rappresentato nell’occasione da Rosa D’Angiolella, Consigliera nazionale, e Pasquale Saggese, Coordinatore dell’area fiscalità della FNC, condivide le finalità. A condizione, però, che questi due provvedimenti siano il punto di partenza verso la creazione di un “Codice tributario”, con cui “potranno finalmente ridursi gli spazi che un ordinamento caotico e asistematico lascia a interpretazioni arbitrarie che finiscono per alimentare gli arbitraggi fiscali e i comportamenti elusivi”.
“Senza un’opera di codificazione e sistematizzazione dei testi normativi, anche di ordine formale – continua il documento depositato alla Camera – sarà infatti sempre difficile realizzare un’effettiva semplificazione del nostro sistema fiscale che sia stabile e duratura e che, nel migliorare la chiarezza e la conoscibilità delle norme tributarie, riesca a garantire altresì la certezza dei rapporti giuridici”.
Nel merito dei due provvedimenti, i commercialisti non presentano osservazioni sul Testo unico delle sanzioni tributarie, mentre su quello relativo alla giustizia tributaria vengono segnalati diversi passaggi che necessiterebbero di correzione.
“L’aspetto più problematico – ha affermato D’Angiolella – è costituito dalla traslazione acritica di norme dissonanti o comunque residuali rispetto all’ordinamento vigente”. Su tutti, il “mantenimento di riferimenti alle norme disciplinanti le modalità di accesso al processo tributario con modalità cartacea, lasciandone invariato il contenuto, con l’effetto di lasciare intendere che si tratti della regola generale da rispettare, nonostante che per i ricorsi notificati dal 1° luglio 2019 sia diventato obbligatorio il processo tributario telematico”.
Secondo i commercialisti, “il Testo unico avrebbe dovuto dare preminenza alle disposizioni che, dal luglio 2019, impongono l’utilizzo della telematica per l’accesso alla giustizia tributaria, riservando invece a quelle, ormai eccezionali e derogatorie, relative alla modalità cartacea un ruolo puramente marginale, pur senza espungerle dal riformulato corpus normativo”.
Anche sulla “nullità” degli atti di accertamento per difetto, ad esempio, di motivazione o di sottoscrizione, servirebbe un maggior coordinamento con la nuova disciplina dei vizi degli atti tributari introdotta dalla riforma dello Statuto del contribuente. In più, andrebbero inserite nel testo le disposizioni relative alla non impugnabilità dell’estratto di ruolo e alle limitazioni dell’impugnazione del ruolo e della cartella di pagamento per vizi di notificazione, recentemente modificate dall’art. 12 del decreto legislativo 29 luglio 2024, n. 110, recante “Disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 184 del 7 agosto 2024.