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LETTERE

La riforma del nostro ordinamento richiede più ponderazione e condivisione

Martedì, 31 dicembre 2024

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Spettabile Redazione,
dopo l’assemblea di approvazione del bilancio del CNDCEC, sono apparse sulla stampa informazioni che, a mio avviso, non corrispondono a verità e per tale motivo io che ero presente ritengo necessario fornire alcuni chiarimenti che mi paiono non solo opportuni, ma anche doverosi.

In primo luogo, va premesso che il Presidente de Nuccio, dopo aver assicurato ai Presidenti degli Ordini Territoriali un percorso condiviso e cadenzato, con l’organizzazione di almeno due riunioni dedicate a questo tema nei mesi di settembre e ottobre 2024, ha ritenuto di soprassedere e di presentare il testo alla politica senza trasmettere, neppure preventivamente, l’ultima versione.
Ne deriva che, ora, per eventuali osservazioni, non dobbiamo più rivolgerci al CNDCEC, ma a coloro ai quali egli si è rivolto.

L’ordine del giorno dell’assemblea del 13 dicembre, come conseguenza, non prevedeva una discussione sul 139, ma una presa di visione del bilancio preventivo del CNDCEC.
Per tale motivo, anche se l’Ordine di Avellino, che rappresento, in precedenza aveva già espresso contrarietà al metodo e alle modifiche del 139 proposte dal CNDCEC, non ho ritenuto di intervenire e, come me, anche altri presidenti.
La platea, quindi, era mista: alcuni a favore della riforma, altri critici, altri ancora che non si sono fatti una specifica opinione.

Ne deriva che il detto “chi tace acconsente” non può essere applicato all’assemblea in oggetto e che l’analisi di un eventuale consenso a quanto proposto dal Presidente de Nuccio deve essere effettuato solo ed esclusivamente su coloro che hanno dato in modo manifesto il loro apprezzamento alla riforma.
La platea di presidenti che non è intervenuta deve essere reputata “neutra”, non avendo espresso formalmente alcun giudizio ed essendo in essa presente sia chi è a favore, sia chi è contro.
In questo senso, è vero che vi è stato un susseguirsi di interventi a favore, ma soprattutto su un tema come quello in oggetto, che interessa tutti gli iscritti, non si può prescindere dalla rappresentatività degli intervenuti che sono in gran parte, come me, Presidenti di Ordini di piccole dimensioni.

Più volte il presidente de Nuccio ci ha ricordato che i 131 Ordini Territoriali rappresentano oltre 120.000 iscritti: ebbene, da una verifica dettagliata dell’elenco di chi ha preso la parola (che avevo appuntato), emerge che coloro che sono intervenuti a favore rappresentano circa 15.000 iscritti, mentre le valutazioni negative sono state espresse, in assemblea, da Presidenti che rappresentano oltre i 23.000 colleghi. Dunque, se considerassimo i soli che hanno espresso la propria opinione (rappresentanti il 32% degli iscritti), dovremmo dire che a favore della riforma proposta dal CN ha votato il 39% e contrario il 61%. Ovvero, una bocciatura...
Non conosco la rappresentatività globale degli Ordini che erano in assemblea, ma non sono neppure sicuro che essa raggiungesse il 50% degli iscritti.

Va sottolineato, poi, che, al di fuori dell’assemblea, le manifestazioni formali che ci sono state sono quasi tutte negative, sia con lettere al Presidente nazionale stesso che con comunicazioni dirette al Ministero della Giustizia.

Siamo Commercialisti e, ovviamente, la lettura dei numeri è nel nostro DNA, e, forse, vi è a volte la tendenza a volerli interpretare a supporto delle proprie tesi, ma è corretto, a mio avviso, riportarli a un dato di realtà.
Nei fatti, l’assemblea non è stata significativa (né in senso positivo né negativo) di una reale condivisione del progetto di riforma del CNDCEC da parte della categoria, mentre confermo che fra noi Presidenti è in atto un acceso dibattito su tante criticità che il testo formulato presenta e su cui appare veramente necessario soffermarsi con attenzione.

Se il CNDCEC fosse in una posizione di maggior ascolto, forse dovrebbe riprendere il cammino di condivisione, dando avvio a una revisione del testo proposto, senza dare un’accelerazione all’iter normativo (come sta facendo) ma ascoltando i reali bisogni di TUTTA la Categoria.
La riforma della nostra Carta Costituzionale merita maggiore ponderazione e condivisione.


Mario Lariccia
Presidente ODCEC Avellino

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