Applicazione dei multipli del compenso per il danno dei sindaci a rischio di incongruenze
Secondo la lettura a «scaglioni assoluti», da un minor compenso potrebbe scaturire, in certe situazioni, una maggiore responsabilità
La tanto auspicata riforma del regime delle responsabilità dei sindaci è divenuta realtà: il disegno di legge n. 1155 è stato approvato in via definitiva dal Senato e si è in attesa della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Seppure non ancora entrata in vigore (ma la pubblicazione in G.U. è prevista in settimana), la nuova norma ha già posto una serie di questioni interpretative. Ci si propone di aprire riflessioni sull’interpretazione della norma di cui all’art. 2407 c.c., per quanto attiene alla determinazione della responsabilità massima, attribuibile ai sindaci-revisori, in assenza di dolo, tramite l’applicazione dei previsti multipli del compenso annuo percepito. La questione centrale riguarda la razionalità e l’aderenza sistematica dell’interpretazione
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