Vanno aggiornati quanto prima i parametri per i compensi professionali
Gentile Direttore,
il recente emendamento al DL 25/2025 in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni, presentato dall’On. Andrea De Bertoldi, che interveniva sulle tariffe dei professionisti per aggiornarle e renderle finalmente eque, ha contribuito a richiamare, ancora una volta, l’attenzione sul tema dell’adeguatezza dei compensi per le prestazioni professionali.
La legge 49/2023 sull’equo compenso, purtroppo, non ha risolto tutti i problemi su questo fronte e dunque c’è ancora strada da fare perché il lavoro dei professionisti sia adeguatamente riconosciuto, anche in considerazione, nel caso specifico dei commercialisti, di responsabilità sensibilmente accresciute negli anni.
L’Associazione Nazionale Commercialisti è da tempo che evidenzia la necessità di intervenire sul DM 140/2012, che ha introdotto i parametri per i compensi professionali nel caso di liquidazione da parte di un organo giudiziale (parametri che, di fatto, si sono imposti come riferimento generale per la categoria) come pure sul DM 30 del 2012, che stabilisce i parametri per la determinazione dei compensi dei curatori fallimentari, commissari giudiziali e liquidatori giudiziali.
Queste disposizioni non sono state mai oggetto di aggiornamento, senza contare che le prestazioni professionali a cui si riferiscono sono assolutamente parziali rispetto al perimetro delle attività del commercialista. È evidente come i parametri economici contemplati siano divenuti inadeguati, tanto più che la recente legge sull’equo compenso prende a riferimento proprio i valori stabiliti dal DM 140/2012, con il risultato che la norma, così come definita, non è assolutamente in grado di assicurare l’adeguatezza dei compensi, condizione, questa, imprescindibile per il riconoscimento e la tutela della dignità professionale della categoria.
Altro limite sostanziale della legge sull’equo compenso da evidenziare è la sua mancata applicazione nei rapporti dei professionisti con le micro, piccole e medie imprese, considerato che la norma esercita i suoi effetti esclusivamente nei confronti della P.A. e delle grandi imprese. Una limitazione, questa, in grado di penalizzare soprattutto i giovani professionisti e che, a giudizio dell’ANC, dovrebbe poter essere superata.
Sul fronte dell’adeguamento dei parametri per i compensi, ci saremmo aspettati una presa di posizione chiara da parte dei nostri vertici nazionali, anche solo per il fatto che tra i compiti che il decreto legislativo 139/2005 assegna al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili c’è anche quello di proporre al Ministro competente le tariffe professionali, il cui aggiornamento dovrebbe avvenire ogni quattro anni (art. 29 lettera n) della norma attualmente in vigore).
Siamo costretti invece ad assistere, purtroppo, a una sostanziale inerzia del Consiglio Nazionale, il cui silenzio, registrato anche nei confronti dell’emendamento al DL 25/2025 a firma De Bertoldi, è sconcertante.
Con il decreto Pubblica Amministrazione i professionisti sono chiamati a dare seguito a nuovi adempimenti che interessano i soggetti che beneficiano di contributi pubblici, la possibilità quindi di prevedere emolumenti adeguati appariva doverosa. Eppure, incredibilmente, ANC si è trovata sola nell’esprimere sostegno nei riguardi di una misura di assoluto buon senso, che intendeva tutelare il lavoro dei commercialisti.
Non riusciamo a comprendere e neppure a giustificare il silenzio dei nostri vertici nazionali in questo frangente, come ANC crediamo che i provvedimenti siano sempre da considerare nel merito dei loro contenuti, con assoluta obiettività, senza sottostare ad alcun tipo di condizionamento, è solamente così che ci si può accreditare come interlocutori credibili, pronti, quando occorre, a prendere le difese di misure che possono cambiare in meglio la professione, altrettanto pronti a contrastare con fermezza quelle misure invece che possono ledere il ruolo dei professionisti e ostacolare il loro lavoro.
Non resta che augurarci che si possa realizzare, quanto prima, l’aggiornamento dei parametri di riferimento per la determinazione dei compensi professionali, e che ogni espressione della nostra categoria decida di fare la propria parte, il Consiglio Nazionale in primis.
Marco Cuchel
Presidente ANC
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41