Dobbiamo credere nel ruolo «pubblico» degli Ordini e nell’utilità del sindacato
Gentile Direttore,
non posso che essere d’accordo con quanto detto dal collega di Bologna circa la rappresentanza della nostra categoria, o forse meglio la sua rappresentatività agli occhi della nostra società (si veda “La nostra debolezza non sta negli Ordini, ma nell’incapacità di fare sindacato”).
Per lungo tempo, e in parte anche ora, si è assistito ad una sovrapposizione di ruoli con gli Ordini, che, con la loro natura pubblica, garanti delle prestazioni professionali verso i cittadini, custodi della deontologia, sono stati a volte assorbiti in un ruolo di rappresentanza sociale della professione che non compete loro: la tutela della “fede pubblica” è una cosa, quella degli iscritti è un’altra.
Sono sempre dell’avviso che chi tende ad occupare spazi non suoi – come il recentissimo interessamento della CGIL – riesce a farlo grazie agli errori di chi arriva tardi. Questo però non deve essere motivo per chiudersi davanti allo sconfinamento della CGIL, anzi deve servire a prendere coscienza che, se abbiamo ritenuto il nostro recinto solido e inattaccabile, non è più così.
E l’unico modo per farlo – a mio parere – è quello di sollecitare continuamente i colleghi a parlare in ogni occasione delle problematiche di categoria. Perché la dignità della nostra professione non può essere lasciata solo all’autorevolezza del Consiglio Nazionale, va conquistata giorno per giorno con la consapevolezza del ruolo che svolgiamo e con il confronto continuo.
Demandare sempre ad altri la soluzione dei problemi, alla lunga ci schiaccia verso il ruolo che altri stanno decidendo per noi: postini telematici, aiutanti degli evasori, chi più ne ha ne metta.
Per questi motivi credo fortemente nel ruolo “pubblico” degli Ordini, ma più ancora nell’utilità e forza del sindacato, che ha la libertà di muoversi per essere incisivo e pragmatico.
E da qui nascono le difficoltà, perché non sempre chi ha ruoli di responsabilità negli Ordini sa individuare nel sindacato un alleato piuttosto di un soggetto alternativo e viceversa non sempre chi fa sul campo sindacato ha a cuore l’interesse degli iscritti.
In ogni caso, il futuro è di chi lo costruisce e non di chi permette che lo costruiscano altri.
Andrea Billi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna
Presidente del Sindacato dei Commercialisti di Bologna
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