Per crescere, bisogna consumare «italiano»
Caro Direttore,
possiamo ancora salvare l’Italia, senza il varo di altre manovre “lacrime e sangue”, in due “mosse” che possono effettuare autonomamente ed individualmente i cittadini italiani, coerenti rispetto a quanto ci è stato detto dai nostri partner: “il problema è dell’Italia e lo devono risolvere gli Italiani”.
Prima “mossa”: consumare italiano per stimolare la crescita.
Dobbiamo comprare prodotti/servizi italiani in alternativa a quelli esteri: solo lo spostamento dell’1% dei consumi ci farebbe passare dallo stato di stagnazione, in cui ci troviamo, a quello di crescita.
Seconda “mossa”: comprare titoli di Stato per ridurre il costo del debito pubblico.
Ogni famiglia dovrebbe investire almeno il 10% della sua ricchezza (patrimonio) in titoli di Stato: solo facendo così, oltre 500 miliardi di euro del debito pubblico rientrerebbero in Italia, con il risultato di una notevole riduzione dello spread (quindi del costo del denaro) e della stabilizzazione dei mercati finanziari. Certo, sarebbe meglio se lo Stato incentivasse detti investimenti, magari eliminando qualche patrimoniale.
Riassumendo, bisogna far prendere coscienza agli Italiani che il futuro dell’Italia è nelle loro mani, che solo modificando il loro modo di consumare e d’investire potranno dare un futuro certo e prospero ai loro figli e al loro Paese.
Tamponata l’emergenza, il Governo e gli Italiani avrebbero il tempo necessario per progettare e realizzare una nuova Italia, l’Italia del futuro, senza che qualcuno ci dica cosa dobbiamo fare e quando.
Giuseppe Nimis
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia
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