Più che le professioni, liberalizziamo i servizi professionali
Caro Direttore,
il Governo è prossimo a varare il provvedimento sulle liberalizzazioni. Dalla lettura della bozza che sta circolando in questi giorni, non vi è molto da stare allegri, soprattutto per il pessimo e disarticolato wording riguardo le disposizioni in tema di libere professioni.
Dopo trent’anni di attività professionale, vorrei però esprimere una riflessione controcorrente.
Se vogliamo davvero cambiare qualcosa, non possiamo mantenere posizioni rigide o, peggio, “particolari”, né assumere pavidi atteggiamenti. Dobbiamo pensare a un quadro di riferimento della nostra professione orientato al futuro, soprattutto per i giovani colleghi, dovendo concentrare la nostra azione in attive proposte per ampliare la nostra attività, garantendo, in via principale, la qualità e serietà del servizio professionale.
In sostanza occorre chiedere al Governo di svolgere prestazioni che oggi ci sono precluse, in un virtuoso mercato aperto alle competenze concorrenti con altre professioni regolamentate.
Il tema, quello vero, non è tanto la liberalizzazione delle professioni, quanto la “liberalizzazione dei servizi professionali”. Se, come viene sostenuto in sede europea, le restrizioni in materia di autorizzazione determinano un aumento dei prezzi senza garantire una migliore qualità, è però anche vero che atti od operazioni svolte da professionisti che operano nell’ambito di più professioni regolamentate (avvocati, commercialisti, notai, ecc.), gioverebbero al mercato perché svolte in regime di competenze concorrenti, con benefici effetti sui costi di compliance per aziende e privati, senza alcun detrimento della qualità. Su questo principio credo che il Premier Monti avrebbe poco da obiettare.
Si tratta, ad esempio, di chiedere il riconoscimento della “firma di autentica”, sì da poter redigere atti di cessione o affitto di rami d’azienda, ovvero la costituzione di società di persone o a responsabilità limitata e successive modifiche del contratto sociale, nei casi in cui non vi sia il trasferimento di beni immobili o beni mobili registrati. Altri, poi, i servizi che si potrebbero espletare (ad esempio la semplice “girata” sui titoli azionari).
Non ci mancano, certo, capacità e serietà, e il controllo dell’Ordine sull’attività professionale unito a quello delle autorità competenti, sono garanzie più che sufficienti al corretto adempimento delle prestazioni. Le rigorose norme antiriciclaggio, alle cui procedure dobbiamo doverosamente attenerci, completano il quadro di sintesi nel quale ci troveremmo ad operare.
Assicurazione obbligatoria, tariffe abrogate, preventivo al cliente. Va bene, purché ci sia concesso di esercitare con integrale pienezza la nostra professione, alla quale ci dedichiamo con sincero impegno e dedizione quotidianamente. Non dobbiamo avere paura di chiedere.
Alessandro Savorana
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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