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LETTERE

Non è più differibile la nascita dell’Agenzia delle Uscite

Giovedì, 6 dicembre 2012

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Caro Direttore,
nella sacrosanta battaglia che da tempo stai promuovendo per la creazione di un’Agenzia delle Uscite o quanto meno per il rafforzamento dei poteri e delle funzioni della Corte dei Conti, vorrei inserire un modesto contributo che possa però far capire i motivi profondi per cui è ormai indifferibile una spending review più incisiva e un controllo più stringente sulle uscite.

Lo spunto mi viene dal famoso economista americano Arthur Laffer, noto per la sua curva cartesiana con la quale dimostrò che, superato un certo limite, l’incremento delle imposte non porta affatto ad un incremento del gettito; meno noto è il fatto che, nel corso di un importante convegno, alla presenza delle maggiori autorità bancarie ed economiche d’America, chiamato ad esprimersi sulle politiche di spesa pubblica dell’amministrazione, sintetizzò il suo pensiero con una semplice ed illuminante affermazione: “Non ci sono pasti gratis!”.

Nulla è più attuale nell’Italia di oggi. Viviamo nella grande illusione che l’assistenza sanitaria, ad esempio, o la scuola pubblica o tutto il resto siano gratuiti. L’operaio Rossi che porta all’ospedale il figlio stirato al quadricipite dopo la partita di pallone non sempre percepisce che già comprando le scarpette da calcio ha pagato il 21% di IVA, che la benzina dell’auto “non è tutta benzina” ma la gran parte è accisa per l’Erario, per non parlare delle stratosferiche trattenute in busta paga, dell’IMU, ecc.

“Non ci sono pasti gratis!”. L’operaio Rossi ha già pagato l’ortopedico e forse lo ha già strapagato. Un fiume di denaro affluisce sotto forma di imposte e balzelli vari dalle tasche degli Italiani fino ad una “stazione intermedia” dove una nutrita schiera di politici, burocrati e apparati statali ne provvede alla redistribuzione in termini di denaro e servizi.

Nella migliore delle ipotesi, i costi di gestione dell’elefantiaco apparato di raccolta e smistamento sono molti alti; più spesso le inefficienze e gli sprechi sono consistenti; è poi certificato da ripetuti scandali e processi che ingenti somme del nostro denaro vengono illegalmente trafugate, individualmente o per bande, da politici e funzionari che dovrebbero amministrarle.
Pertanto, dato che sarebbe sconsiderato pensare di tornare a erogare sussidi e servizi aumentando ulteriormente il debito pubblico, rimane confermata la massima di Laffer per cui: tanta è la spesa, tanto è il prelievo (maggiorato quest’ultimo da costi, inefficienze ed ammanchi della nostra “stazione di smistamento”).

La morale di tutto ciò è che una più diffusa consapevolezza del fatto che “Non ci sono pasti gratis!” proprio fra quanti nella società ancora si illudono che il welfare sia gratuito, potrà portare ad un maggiore consenso popolare sull’abbattimento della spesa ed alla creazione dell’Agenzia delle Uscite, con una parallela e significativa riduzione del prelievo fiscale su cittadini e imprese.


Antonio Simeoni
Consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine

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