ACCEDI
Sabato, 31 maggio 2025 - Aggiornato alle 6.00

FISCO

L’«inerenza allargata» non basta per i costi «sganciati» dai ricavi

La Cassazione chiarisce il principio che governa la deducibilità dei componenti negativi di reddito

/ Alessandro BORGOGLIO

Lunedì, 3 giugno 2013

x
STAMPA

download PDF download PDF

La sentenza 9554 del 19 aprile 2013 della Cassazione ha il pregio di fornire una lettura chiara, esaustiva ed aggiornata del principio di inerenza, che governa la deducibilità dei componenti negativi di reddito e che, quindi, spesso compare nei rilievi fiscali formulati dall’Amministrazione finanziaria per contestare la deduzione di determinati costi.

Al di là del caso specifico, di cui si dirà nel prosieguo, ciò che è emerge, innanzitutto, dalla parte motiva della pronuncia è l’evidenza che il principio di inerenza sia andato nel tempo modificandosi, tralasciando una certa rigidità concettuale ed approdando a soluzioni estensive dell’originario ambito applicativo.

In tal senso, la Suprema Corte, riprendendo l’art. 109, comma 5 del TUIR, il cui dettato costituisce il substrato ...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU