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LETTERE

Dopo le vicissitudini dell’IMU agricola, questo vi pare un Paese normale?

Martedì, 27 gennaio 2015

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Spettabile Redazione,
scrivo in merito alla vicenda IMU agricola.

Facciamo una breve cronistoria degli ultimi quattro-cinque giorni, ricordando che la scadenza originaria era il 26 gennaio, lunedì (ieri, ndr):
- 21 gennaio: nonostante le richieste di tutte le associazioni del mondo agricolo, il Governo pare intenzionato a NON concedere alcuna proroga;

- 22 gennaio: il TAR Lazio decide di NON confermare la sospensiva dell’obbligo di pagamento scritta nel decreto del presidente dello stesso TAR due giorni prima di Natale. Resta in essere un altro ricorso con scadenza 4 febbraio: la scadenza parrebbe essere congelata in attesa del giudizio di merito.

- 23 gennaio (venerdì): vengono inviate le deleghe dei clienti da pagare il giorno 26 (lunedì).

- 24 gennaio (sabato): l’articolo da voi pubblicato (si veda “Il versamento dell’IMU sui terreni agricoli slitta al 10 febbraio” del 24 gennaio) – e di cui vi ringrazio – deve interpretare un comunicato stampa che annuncia la pubblicazione di un DL che sposta il termine di pagamento al 10 febbraio.

- 24 gennaio (sabato): dopo avere verificato chi è stato escluso o meno, dobbiamo chiamare i clienti – quelli reperibili – avvisandoli di NON pagare le deleghe che abbiamo consegnato il giorno prima o di cercare di fermare le deleghe già inviate via Entratel (sempre il giorno prima).

Tutto ciò mentre gli studi sono ingolfati dalla concomitanza della scadenza di CU e comunicazione annuale dati IVA (che sappiamo già che l’anno prossimo sarà abolita).

Domanda: ma vi pare un Paese normale?


Francesco Cantù
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Lecco

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