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A marzo nuovo «pacchetto» di misure Ue sulla trasparenza fiscale

/ REDAZIONE

Giovedì, 19 febbraio 2015

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La Commissione Ue ha focalizzato la sua attenzione sulla difficoltà, per le autorità fiscali, di valutare dove si svolge effettivamente l’attività economica di una società e applicare su tale base la normativa fiscale. Chi, infatti, tenta di trasferire i profitti e ridurre il più possibile le imposte dovute, priva i governi dell’Ue di preziose entrate fiscali, compromettendo l’equità della tassazione. Per contrastare il fenomeno, a marzo la Commissione Ue presenterà un pacchetto sulla trasparenza fiscale che comprenderà una proposta legislativa sullo scambio automatico di informazioni concernenti gli accordi fiscali.

Questo pacchetto rappresenta solo l’inizio di un lavoro molto più vasto che dovrà essere svolto nel corso del 2015. In estate la Commissione presenterà un secondo pacchetto di misure per rendere più equa ed efficiente la tassazione delle società, tenendo conto anche delle iniziative del G20 e dell’OCSE in materia di evasione fiscale.

Ieri, intanto, il collegio dei Commissari ha avuto un primo dibattito di orientamento sulle possibili iniziative chiave per garantire un’impostazione più equa e trasparente dei regimi fiscali nell’Ue. L’obiettivo principale è garantire che le società siano tassate nel paese in cui svolgono le attività economiche che generano i loro profitti, senza possibilità di sottrarsi al pagamento di una giusta quota grazie a una pianificazione fiscale aggressiva. I Commissari hanno espresso ampio consenso sulla necessità di impegnarsi in modo particolare per risolvere la situazione e la prossima mossa sarà la presentazione di un pacchetto sulla trasparenza fiscale nel mese di marzo.

“Per prosperare, l’Europa ha bisogno di sistemi fiscali equi, trasparenti e prevedibili che permettano alle imprese di investire e ai consumatori di riacquistare fiducia. Non è accettabile che le autorità fiscali debbano aspettare le fughe di notizie per far rispettare le norme in materia di tassazione” ha dichiarato il Vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il dialogo sociale.
Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha commentato: “Le pratiche fiscali abusive e i regimi fiscali nocivi nascono nell’ombra, la trasparenza e la cooperazione sono i loro nemici naturali”. 

Il programma di lavoro era stato presentato a dicembre, quando era stato annunciato un giro di vite sull’evasione e l’elusione fiscale. Negli orientamenti politici presentati al Parlamento europeo il 15 luglio 2014 il Presidente Jean-Claude Juncker ha dichiarato: “Il mercato interno deve essere più equo. Ferma restando la competenza degli Stati membri in materia di regimi fiscali, dobbiamo intensificare il nostro impegno nella lotta all’evasione e alla frode fiscale per assicurare il giusto contributo di ciascuno”.

Contemporaneamente, la Commissione sta conducendo quattro indagini approfondite in materia di aiuti di Stato sugli accordi fiscali adottati in Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi. All’inizio di febbraio ha avviato un’indagine su un regime fiscale belga che consente alle multinazionali di ridurre in misura sostanziale quanto da esse dovuto a titolo di imposta sulle società in Belgio. La Commissione ha già chiesto a tutti gli Stati membri di fornire informazioni in merito alle loro pratiche in materia di accordi fiscali per aiutarla a verificare se e dove si producano distorsioni di concorrenza all’interno del mercato unico attraverso vantaggi fiscali selettivi.(Redazione)

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