Protestiamo contro adempimenti da cui dovremmo ricavare profitto?
Spettabile Redazione,
vorrei esprimere la mia opinione in merito all’articolo apparso su Eutekne.info circa la manifestazione che i nostri sindacati (ben sette, sic!) hanno intenzione di organizzare per il 14 dicembre (si veda “Decreto fiscale, i commercialisti scendono in piazza” del 19 novembre).
Se non ho mal interpretato, i nostri rappresentanti sindacali vorrebbero protestare contro il provvedimento del Governo con il quale sono stati introdotti due nuovi adempimenti: l’invio all’Agenzia delle Entrate dello spesometro e delle liquidazioni IVA di ogni trimestre.
Se così è, a che titolo protestiamo? In qualità di contribuenti a cui sono stati imposti questi nuovi adempimenti?
E allora forse sarebbe opportuno coinvolgere anche le associazioni sindacali delle altre professioni (notai, avvocati, architetti, ecc.) e del mondo imprenditoriale (artigiani, commercianti, industriali, ecc.) in modo da far sentire con più forza il grido di protesta.
Oppure protestiamo perché, per far fronte a tali adempimenti, gran parte delle partite IVA italiane dovranno avvalersi della nostra competenza e assistenza?
Se il motivo è questo, mi pare veramente assurdo! Protestiamo perché avremo nuovo lavoro!!!
Ma vi pare che, se per ipotesi, venisse introdotto l’obbligo dell’autentica notarile sui contratti di locazione, i notai protesterebbero? O se venisse introdotto l’obbligo dell’assistenza legale per la stesura di un contratto preliminare, gli avvocati protesterebbero?
A protestare dovrebbero essere coloro che subiscono il danno derivante dalle nuove incombenze, non chi da tali incombenze ne dovrebbe ricavare profitto!!!
Se non protestano gli artigiani, i commercianti e gli industriali, perché protestiamo noi? Probabilmente protestiamo perché tali nuovi adempimenti comporteranno lavoro che non riusciremo a farci pagare; e allora, più che contestare il Governo, dovremo contestare noi stessi, le nostre divisioni e il nostro scarso senso di appartenenza alla categoria.
Da ultimo ritengo che i nostri vertici, sia sindacali che rappresentativi, si debbano occupare maggiormente dei continui tentativi di invasione di campo da parte di altre professioni, (vedi i tributaristi che spingono per accreditarsi presso le Commissioni Tributarie e gli avvocati che spingono per una riforma che porti il contenzioso tributario all’interno dei Tribunali) e, qualora già lo facciano, diano più informazione alla categoria.
Credo che sia su questi argomenti che si debba concentrare l’attività dei nostri sindacati, non sugli adempimenti che incombono ad altre categorie.
Adriano Pietrobon
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso
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