Il contribuente deve contestare il piano di classifica per i contributi di bonifica
Tale onere è necessario per superare la presunzione che i fondi compresi abbiano goduto dei benefici diretti dalle opere realizzate dal consorzio
Negli ultimi tempi anche il contributo di bonifica, dovuto ai relativi consorzi, è divenuto “pesante”, come gli altri tributi locali anche se dovuti alle amministrazioni comunali (IMU, TASI, TARI).
Negli ultimi quindici anni i contenziosi, sia di merito che di legittimità, sono aumentati in modo esponenziale. Da una parte i consorziati (contribuenti), proprietari di beni immobili (terreni e fabbricati) ricadenti all’interno del perimetro di contribuenza, sostengono che l’attività di bonifica svolta dall’ente locale (consorzio) non apporti ai propri immobili alcun beneficio diretto, specifico e immediato in termini di aumento o conservazione del valore degli immobili stessi; dall’altra i consorzi ritengono che il contributo consortile sia dovuto perché previsto
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