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Adempimenti tardivi senza sanzioni per maltempo, ancora disapplicato lo Statuto del contribuente

/ REDAZIONE

Giovedì, 1 marzo 2018

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Il comunicato stampa con cui, il 27 febbraio in serata, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato che sarà valutata la possibilità di disapplicare per causa di forza maggiore (il maltempo che ha colpito buona parte dell’Italia) le sanzioni previste per i ritardi nell’effettuazione degli adempimenti tributari di questi giorni, rappresenta un nuovo caso di “disapplicazione” dello Statuto del contribuente.

La denuncia arriva dall’Associazione italiana dottori commercialisti ed esperti contabili, che ieri, attraverso le parole del Presidente, Andrea Ferrari, ha ricordato come ancora una volta si sia ricorsi a “un mezzo del tutto irrituale, per non dire illegale, per dettare disposizioni in materia tributaria dall’incerta forza”.

L’AIDC non è voluta entrare nel merito di una proroga “annunciata, o meglio ventilata, con un comunicato stampa fumoso e pavido dall’Agenzia delle Entrate. Certamente vi è stato un notevole disagio in alcune aree del nostro Paese, ma sono disagi quotidiani. Ciò che irrita nella vicenda è, prima del contenuto, la forma”.

Si sarebbe potuto, come prevede lo Statuto del contribuente, procedere con un decreto del MEF per la sospensione o il differimento dei termini per gli adempimenti degli obblighi tributari a favore dei contribuenti interessati da eventi eccezionali e imprevedibili. “Quali enormi impegni – si domanda Ferrari – hanno impedito al MEF di emanare un decreto, chiaro e diretto, per disciplinare l’emergenza, imponendo invece il ricorso al suo braccio operativo, l’Agenzia delle Entrate, che evidentemente non può emanare un decreto?”

Come detto, la questione è soprattutto l’aggiramento dello Statuto del contribuente, ancor più inaccettabile, secondo l’AIDC, dopo che nelle ultime settimane esponenti politici di tutti i partiti si sono lasciati andare “univoche promesse di ascolto ed attenzione” verso i commercialisti. “Promesse, appunto – sottolinea Ferrari –, perché la politica oggi al Governo ignora questa attenzione”. Di fronte agli appelli per il rispetto dello Statuto e della categoria, “la politica non ha perso la prima occasione per smentire se stessa”.

In questa situazione, secondo l’AIDC, anche la rappresentanza di categoria “vola basso, essendo incapace di chiedere l’emanazione di un appropriato procedimento con forza di legge, di fronte ad una evidente esigenza di svolgimento civile del lavoro”. E allora, conclude Ferrari, “questo Statuto lo si abroghi se non si ha il coraggio e la forza di rispettarlo. Almeno smetteremo di illuderci”.

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