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Esenti IVA le commissioni bancarie sui pagamenti tramite «app»

/ REDAZIONE

Mercoledì, 3 aprile 2019

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Con il principio di diritto n. 12/2019, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito il trattamento IVA applicabile alle commissioni addebitate in relazione all’utilizzo di una specifica applicazione informatica che consente, da un lato, di effettuare pagamenti in moneta elettronica presso esercenti commerciali, dall’altro, di ottenere dagli esercenti l’erogazione di denaro contante contestualmente all’esecuzione dei medesimi pagamenti.

In primo luogo, viene chiarito che le commissioni addebitate dalle banche agli esercenti convenzionati per i pagamenti effettuati dai correntisti tramite l’applicazione informatica beneficiano del regime di esenzione IVA ai sensi dell’art. 10, comma 1, n. 1) del DPR 633/72, in quanto costituiscono il corrispettivo di un servizio consistente nel trasferimento di fondi, in moneta elettronica, dal cliente/correntista all’esercente convenzionato.
Secondo l’Agenzia, in rapporto a tali transazioni, la banca svolge un’attività di garanzia e gestione dei pagamenti che può essere assimilata all’attività c.d. di “acquiring”. Per quest’ultima, infatti, l’Amministrazione finanziaria ha ritenuto applicabile il regime di esenzione IVA (ris. n. 354/2007).

In secondo luogo, è stato chiarito che l’esenzione IVA si applica anche alle commissioni addebitate dagli esercenti convenzionati alle banche, a fronte del dell’erogazione di denaro contante nei confronti dei correntisti, contestualmente ai pagamenti in moneta elettronica effettuati da questi ultimi tramite la specifica applicazione informatica.

Tuttavia, in tal caso, il regime di esenzione è riconosciuto non in forza del n. 1) dell’art. 10 del DPR 633/72, bensì in forza del n. 9) della medesima disposizione, in quanto la commissione versata dalla banca all’esercente costituisce il corrispettivo di una prestazione di mandato, mediazione o intermediazione relativa a operazioni di cui ai nn. da 1) a 7) dell’art. 10 citato. Tra la banca e gli esercenti si realizza, secondo l’Agenzia, una forma di interposizione nella circolazione del denaro contante.

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