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PROFESSIONI

Preferita la composizione mista per l’organismo di vigilanza

Con la presenza di soggetti dell’ente ed esterni possibile un equilibrio tra le diverse esigenze di indipendenza e di conoscenza dei meccanismi operativi

/ Leonardo CUTTICA

Venerdì, 15 novembre 2019

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A differenza del DLgs. 231/2001, che si limita a indicare (art. 6 lett. b) un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, la dottrina fornisce alcuni elementi utili a definire la composizione e i requisiti dell’OdV e le possibili soluzioni circa la sua composizione. In particolare, sono ipotizzate le soluzioni di un organismo a composizione monocratica o collegiale, di utilizzo di funzioni esistenti e della partecipazione di soggetti interni/esterni all’ente. Giova a questo proposito richiamare il manuale “Modello organizzativo DLgs. 231/2001 e Organismo di Vigilanza” predisposto dal Gruppo multidisciplinare dell’ODCEC di Torino sul sistema dei controlli e DLgs. 231.

Va innanzitutto ricordato il necessario criterio di proporzionalità ...

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