Da chiarire l’accesso alla cassa integrazione per l’emergenza da COVID-19
Con il DL 18/2020, il Governo ha predisposto una serie di interventi volti a sostenere economicamente le famiglie, i lavoratori e le imprese, danneggiati dalle misure restrittive adottate per evitare la diffusione del virus COVID-19.
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con la circolare n. 8 pubblicata ieri, analizza, anche con occhio critico, i principali interventi presenti nel decreto, riguardanti: gli ammortizzatori sociali; misure per autonomi e professionisti; proroga dei termini; lavoro agile e misure di sostegno alle imprese; permessi, congedi e aiuti alle famiglie; misure in materia fiscale; licenziamenti.
L’aspetto che in questi giorni è più dibattuto è sicuramente quello della cassa integrazione, il cui accesso è stato semplificato con l’introduzione della specifica causale “emergenza COVID-19” e l’esonero dal procedimento di consultazione sindacale (di cui all’art. 14 del DLgs. 148/2015) e dei termini di procedimento.
Tuttavia, l’art. 19 del DL 18/2020 subordina l’accesso al trattamento all’obbligo di informazione, consultazione ed esame congiunto che deve essere svolto anche in via telematica, contrastando almeno in parte con quanto previsto con l’esonero dalla consultazione sindacale.
Inoltre, un aspetto da chiarire riguarda anche il rapporto tra le varie disposizioni che si sono susseguite nelle scorse settimane, con interventi già previsti e attuati per le prime zone rosse.
Si auspicano quanto prima chiarimenti da parte degli Istituti competenti (INPS e Ministero del Lavoro) al fine di risolvere i diversi dubbi interpretativi e rendere operativo questo importante ammortizzatore che garantisce un respiro per le imprese, un sostegno per i lavoratori subordinati, nonché un ausilio per tutti i professionisti (tra cui i Consulenti del lavoro) impegnati, in questo momento, a fornire risposte concrete ai propri clienti.
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