Il nuovo decreto del Governo rischia di trasformarsi in «Liquidazione Italia»
Gentile Redazione,
la corsa dell’intera categoria al bonus dei 600 euro, pressati dai nostri clienti, ci ha distolto dal vero ed unico tema che salverà il sistema produttivo ed il nostro sistema consulenziale e cioè l’intervento del Governo per far fronte alla liquidità delle aziende.
Da giorni inondo le chat per evidenziare che il cosiddetto metodo PARIGI è la soluzione per il nostro Paese. Dobbiamo solo copiare e non fare altro.
Il Governo Francese ha studiato con il supporto della Banca Pubblica D’Investimento BPI FRANCE garanzie fino a 300 miliardi di prestiti al sistema aziendale con garanzie statali tra il 70 ed il 90% senza oneri burocratici.
Il decreto appena approvato dal Governo per garantire liquidità all’Italia rischia di trasformarsi in “Liquidazione Italia”.
Porre al centro del campo il sistema bancario comporta infatti un grandissimo rischio che, tra taglio del personale, smart working, orario ridotto, etc. adottato dalle banche del nostro Paese, lo smistamento della palla avverrà con tempi che il Paese produttivo non si può permettere.
Le garanzie statali per importi superiori a 25.000 euro (quindi cioè per tutte le aziende italiane) tra il 90% ed il 100%, prevedono sempre una istruttoria e conseguentemente un sistema di valutazione bancaria che verrà stabilito dagli istituti di credito che dovranno procedere alle relative istruttorie, ribadisco, con il rischio di procedere per tutte le imprese italiane.
Detto meccanismo rischia di fare la stessa fine del bonus 600 euro, considerato che si ingolferà, come L’INPS, tra i meandri dei burocratizzati sistemi bancari che ancora oggi, in piena guerra di emergenza, prevedono firme digitali, PEC, moduli, allegati, etc. semplicemente per una moratoria di rate per mutui e leasing.
Occorre, per PMI e professionisti, il 100% di garanzia statale senza alcun istruttoria con tempi immediati senza alcuno ostacolo, solo con una semplice richiesta e pochi documenti da allegare alla domanda (dichiarazione IVA 2019 – autocertificazione dei ricavi per i soggetti esonerati – il tutto utile per il calcolo del 25% del maggior valore tra volume di affari/ricavi del 2019 come valore finanziabile).
Le banche dovrebbero essere solo ed esclusivamente un “ponte” tra lo Stato e le aziende, offrendo un servizio alla collettività degli italiani che da anni li supporta accollandosi le loro perdite ed i vari default di sistema.
Un metodo semplice e rapido che temo nel nostro Paese non possa trovare accoglienza.
Prepariamoci quindi, noi commercialisti, ad approntare l’elenco infinito di documenti che le banche chiederanno ai nostri clienti, a predisporre bilanci 2019, relazioni, piani, etc.
Almeno chiedo a chi può incidere sul sistema politico di pretendere che il sistema bancario documenti per iscritto le motivazioni dei rifiuti delle richieste che saranno utili per le successive fasi liquidatorie e fallimentari.
Noi ancora una volta ci siamo e saremo pronti ad aiutare i nostri clienti, anche quelli morosi nei nostri confronti, pur di raggiungere gli obiettivi fissati dalle miriadi di decreti e norme che ci stano impattando in questi giorni difficili della nostra vita.
Nicolò La Barbera
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo
Consigliere Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti
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