La burocrazia ci colpisce ancor più del virus
Spettabile Redazione,
dopo una notte, tra il 1° e il 2 aprile 2020, passata insonne a tentare di presentare le domande telematiche da inoltrare all’INPS per il contributo di 600 euro spettante agli artigiani, commercianti, parasubordinati, ecc. miei clienti, per il mese di marzo, solo la mattina, tra le 4 e le 7, sono riuscito a completare circa il 90% del lavoro.
Pensavo di aver raggiunto un traguardo, una soddisfazione almeno personale.
Questa sera, poco prima di cena, tutto svanisce. Perviene a un cliente, amministratore di società iscritto alla Gestione separata, la comunicazione di diniego con indicazione che la domanda è respinta in quanto non risulta iscritto alla Gestione separata. Io e il cliente cadiamo dalle nuvole perché ovviamente ciò non ci risulta, ma abbiamo entrambi imparato a porci sempre nel dubbio e a non dare tutto per scontato.
Seguono momenti di tensione per verificare se qualcosa è sfuggito, ma tutto è regolare: la nomina è iscritta al Registro Imprese, i listini sono mensili, i contributi e le ritenute regolarmente versati, gli Emens inviati all’INPS, le CU presentate, i redditi dichiarati, i compensi deliberati.
Cosa manca o sfugge? Nulla.
Per fortuna non siamo soli e l’amico collega mi risolve la questione, avendo già intercettato il problema e sentito l’INPS: basta accedere alla domanda, digitare la funzione “Produci documentazione”, allegare la visura camerale della società dalla quale risulta la nomina ad amministratore e (udite udite) la stampa dell’estratto conto INPS dell’interessato ricavata dal cassetto previdenziale del cittadino e disponibile nel sito (di chi?) dell’INPS.
In pratica, devo produrre all’ente e allo zelante funzionario che ha emesso il provvedimento il fascicolo dell’assistito che è sulla sua scrivania. E intanto è passato più di un mese e mezzo.
Ovviamente non scrivo ciò che da cittadino, prima ancora che professionista, sto effettivamente pensando: mi tornano in mente gli ultimi mesi passati ad ascoltare proclami di marketing politico in televisione, mi viene in mente il celebre giornalista che ha detto che non vale la pena chiedere il contributo di 600 euro all’INPS per pagare 450 euro di parcella del commercialista, mi viene in mente un decreto “Rilancio” di cui oggi (ieri, ndr) non si dispone ancora del testo con le correzioni, ma “in vigore” da venerdì scorso, mi ricordo altre immagini del mio territorio ancora più tristi e drammatiche.
La burocrazia ci colpisce ancor più del virus.
Sergio Sala
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo
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