Necessario un minimo di conoscenze «istituzionali» per gestire la categoria
Gentile Direttore,
il regolamento elettorale è in dirittura d’arrivo. In esso dovranno essere recepite le modalità per assicurare un “equilibrio di genere”, bene.
Quello che invece non è possibile, allo stato attuale, è prevedere quale requisito per l’elettorato passivo l’avere competenze “certificate” in tema di gestione dell’Ente; potrebbe, ad esempio, essere una condizione necessaria, ma non sufficiente, l’aver maturato i relativi crediti formativi rilasciati dalla frequenza della “Scuola di categoria CNDCEC”. Lo stesso Consiglio nazionale ha comunicato che alla data del 29 aprile oltre 2.800 iscritti avevano frequentato il corso per 14.300 ore di formazione erogate.
Così come il precetto deontologico impone al professionista di non “accettare incarichi professionali in materie nelle quali non ha un’adeguata competenza”, anche chi si propone per la gestione della categoria dovrebbe farlo con cognizione di causa, avendo un minimo bagaglio di conoscenze “istituzionali”, quali quelle che si possono conseguire con la frequentazione del corso, il cui programma non esaurisce certo il bagaglio di conoscenze necessarie e opportune, tra le quali ad esempio non può mancare una piena consapevolezza della reale portata della normativa comunitaria in tema di esclusive e riserve di attività, per una proficua gestione della categoria.
L’auspicio, pertanto, è che il corso sia stato frequentato, o che venga comunque frequentato, in attesa di formare le nuove liste per andare finalmente al voto, da coloro che intendono dare la propria disponibilità e dedicare una buona parte del proprio tempo alla gestione della categoria, sia a livello territoriale che locale, attività che per essere efficace nei confronti di tutta la categoria necessita, oltre che di competenze specifiche, anche di un elevato “spirito di servizio”.
Alessandro Lini
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pisa
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