Cassazione in cortocircuito sulla nozione di spese di rappresentanza
Dal 2008 rileva la gratuità quale criterio distintivo rispetto alle spese di pubblicità
Alcune pronunce della Corte di Cassazione intervenute negli ultimi anni hanno valorizzato criteri distintivi tra spese di pubblicità e rappresentanza che non sembrano allineati alla disciplina vigente dal 2008.
Ad esempio, nell’ordinanza n. 14049/2023 (dalla quale, peraltro, non sono evincibili gli anni dei fatti in causa) si legge che “il criterio discretivo tra le spese di rappresentanza”; e quelle “di pubblicità va individuato negli obiettivi perseguiti”, atteso che le prime sono sostenute per accrescere l’immagine della società e le possibilità di sviluppo, “senza dar luogo ad una aspettativa di incremento delle vendite”, mentre le seconde hanno una diretta finalità promozionale dei prodotti e servizi commercializzati. Pertanto, in assenza
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