Sul versamento dei contributi alla CDC tramite F24 è ancora tutto fermo
Gentile Redazione,
sono passati due anni da quando l’Assemblea dei delegati della Cassa Dottori Commercialisti (CDC), con voto favorevole e indirizzo chiaro, ha dato mandato al proprio Consiglio di amministrazione per attivare una misura tanto attesa quanto necessaria: la possibilità per i dottori commercialisti di effettuare i versamenti previdenziali tramite modello F24, utilizzando in compensazione i crediti fiscali maturati.
Una riforma semplice nella sua essenza ma strategica nell’impatto: allineerebbe i commercialisti alle altre categorie professionali che da tempo già possono utilizzare questa modalità, ottimizzando la gestione della propria posizione previdenziale attraverso i normali canali di pagamento tributario. La sua attuazione, come noto, consentirebbe anche la compensazione con crediti da superbonus o altri crediti d’imposta, con una evidente semplificazione e razionalizzazione operativa, soprattutto in un contesto economico post pandemico ancora fragile.
Ma a oggi, luglio 2025, tutto è ancora fermo. E a bloccare il percorso non sono ostacoli politici o pareri contrari: manca solo l’istituzione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, dei codici tributo necessari per rendere effettiva la misura.
Lo scorso 5 giugno, con spirito civico prima ancora che professionale, ho inviato una nota formale al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Dott. Vincenzo Carbone, sollecitando l’intervento attuativo. Una nota inviata anche, per conoscenza, al Presidente del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti, Dott. Elbano de Nuccio, e al Presidente della CDC, Dott. Ferdinando Boccia.
Nella mia comunicazione ho voluto richiamare l’attenzione sul fatto che l’assenza di un semplice codice tributo non può essere il motivo per cui una riforma così importante resti sulla carta. E non si tratta solo di una questione operativa: è una questione di coerenza istituzionale. Quando un’assemblea delibera, quando i Ministeri vigilanti non si oppongono, quando c’è un consenso diffuso e trasversale sulla bontà della misura, lasciare che tutto si areni per un tecnicismo è una sconfitta del sistema.
Nel frattempo, la petizione avviata su Change.org ha raccolto centinaia di firme da parte di colleghi commercialisti che chiedono esattamente questo: poter gestire i propri versamenti previdenziali con gli stessi strumenti di cui dispone ogni contribuente e ogni altra categoria ordinistica. È un segnale di partecipazione attiva, ma anche di frustrazione per il tempo che passa e per le promesse che restano disattese.
La mia non è una crociata personale, ma l’atto di un cittadino prima ancora che di un professionista. Chiedo che questa misura venga sbloccata e resa operativa. È una questione di efficienza, equità e rispetto per una categoria che ogni giorno lavora al fianco dello Stato per garantire legalità fiscale e correttezza contributiva.
Spero che questa voce, insieme a quella di tanti colleghi, possa trovare finalmente ascolto.
Vincenzo Castellano
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma
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