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Venerdì, 11 luglio 2025 - Aggiornato alle 6.00

PROFESSIONI

La CDC presenta il Reputational Report 2024

Il documento fotografa una professione in salute. Focus sulla «generazione dei cambiamenti», sempre più attenta all’equilibrio vita-lavoro

/ Savino GALLO

Venerdì, 11 luglio 2025

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Redditi e iscrizioni in crescita, propensione ad affrontare le sfide future sfruttando le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale, welfare strategico sempre più mirato ai bisogni della categoria. È la fotografia di una professione “in salute” quella che scatta il Reputational Report 2024 diffuso ieri dalla Cassa di previdenza dei dottori commercialisti.

Il bilancio sociale, arrivato alla sua settima edizione, si sofferma innanzitutto sui principali numeri dell’ente: 73.688 iscritti (+ 1.849 rispetto al 2023), con 11.894 pensionati e un rapporto tra iscritti attivi e pensionati pari a 6,2; oltre 12,5 miliardi di riserve patrimoniali, 1,2 miliardi di contributi incassati, 38,8 milioni di euro spesi in prestazioni assistenziali, comprese le indennità di maternità, con una crescita del +16% rispetto al 2023.

I redditi medi dichiarati nel 2024 (anno d’imposta 2023) sono aumentati del 10,1%, passando da 80 mila euro a oltre 88 mila euro, mentre per i volumi d’affari, che hanno superato i 157 mila euro, l’incremento è stato dell’8%. Stessa tendenza anche per la componente femminile (che rappresenta il 33,4% degli iscritti con un picco del 41% in Emilia Romagna): +9,5% i redditi medi e +8,4% i volumi d’affari.

La Regione con il maggior numero di dottori commercialisti è la Lombardia (13.719), seguita da Lazio (8.089), Campania (7.732), Veneto (6.441) ed Emilia-Romagna (6.095). Mentre l’età media degli iscritti attivi, al netto dei pensionati attivi, si attesta intorno ai 49 anni.

Oltre ai dati di carattere generale, il documento contiene anche un focus sugli iscritti appartenenti alla fascia d’età tra i 40 e i 55 anni, a cui è stato sottoposto un sondaggio formato da 25 domande suddivise in quattro aree tematiche. L’obiettivo è definire la carta d’identità della “generazione dei cambiamenti”, ovvero quella che più di tutte ha subito l’impatto della rivoluzione tecnologica, per poi metterla a confronto con quella degli under 40, oggetto del medesimo sondaggio in occasione della sesta edizione del Reputational Report.

Appartengono a questa generazione quasi 33 mila iscritti (il 45% del totale), di cui il 38,6% è donna. Il reddito medio è di 82 mila euro mentre il volume d’affari è pari a 144 mila euro (in entrambi i casi leggermente sotto al dato complessivo) ma l’elemento più interessante è la crescita dei due dati all’aumentare dell’età. Per quanto riguarda il reddito si passa dai 65 mila euro dei quarantenni a 113 mila euro dei cinquantacinquenni (+ 73%); mentre per il volume d’affari medio si registra una crescita pari al 92%: da 110 mila a 212 mila euro.

Dal sondaggio, a cui hanno partecipato oltre 10 mila iscritti, emerge inoltre che per oltre quattro dottori commercialisti su dieci la propria condizione lavorativa è in miglioramento; il 60% ritiene che le aggregazioni professionali in studi associati o STP sia un’opportunità per la diversificazione dei servizi, mentre per quasi sette professionisti su dieci l’utilizzo dell’intelligenza artificiale rappresenta un’occasione per migliorare i processi lavorativi interni allo studio (77%). Quanto alle priorità sia professionali che personali, al primo posto la tutela dell’equilibrio vita-lavoro (55%), seguita dalla stabilità economica di lungo periodo (47%) e dalla tutela della salute (35%).

Su tali aspetti, ci sono evidenti punti di contatto con gli under 40. Entrambe le generazioni, infatti, condividono l’importanza di un buon equilibrio vita-lavoro, riconoscono il valore della collaborazione tra professionisti e vedono nell’intelligenza artificiale un’opportunità più che una fonte di preoccupazione. Le differenze riguardano, invece, lo status professionale raggiunto – i più giovani sono perlopiù collaboratori, mentre i 40-55enni sono in maggioranza titolari o soci – e nell’approccio alla formazione, che è gratuita per gli under 40 e spesso a pagamento e specializzata per i colleghi più maturi. I professionisti senior mostrano maggiore consapevolezza previdenziale, mentre i giovani sono più pronti ad accogliere il cambiamento. Anche la percezione dell’andamento della professione è più positiva tra gli under 40, mentre tra i senior prevale maggiore ottimismo tra chi ha redditi più elevati.

“In un contesto segnato da profonde trasformazioni sociodemografiche e digitali – ha commentato il Presidente della CDC, Ferdinando Boccia – abbiamo voluto approfondire i bisogni della professione con un sondaggio dedicato ai dottori commercialisti tra i 40 e i 55 anni, che rappresentano quasi la metà degli iscritti. La Cassa continuerà a supportarli con strumenti mirati e un welfare sempre più vicino alle loro esigenze”.

Un’ulteriore dimostrazione del crescente impegno per la realizzazione di iniziative assistenziali che tengano conto di “tutte le fasi della vita e delle peculiarità relative al genere, al territorio e all’età e ponendo particolare attenzione alle famiglie degli iscritti, alla componente giovanile e alle fragilità, protagonista di una società che cambia ritmo e riferimenti sia nella vita privata sia nella gestione del proprio percorso di carriera”.

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