Attesa degli enti associativi per la disciplina IVA
Spiragli per la conferma del regime di decommercializzazione per le operazioni verso soci e tesserati
Anche quest’anno il mondo associativo è in attesa di capire se, con la nuova annualità, verrà abolito o mantenuto il regime di esclusione IVA previsto per le operazioni rese a favore di soci e tesserati.
In base all’attuale quadro normativo, il suddetto regime di favore dovrebbe venire meno a partire dal 1° gennaio 2026, con l’effetto di attrarre le citate operazioni nel campo di applicazione del tributo (art. 5 comma 15-quater del DL 146/2021 e art. 1 comma 683 della L. 234/2021).
La riforma della disciplina deriva dall’esigenza di definire la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea in considerazione della non conformità della norma nazionale rispetto alla direttiva 2006/112/Ce.
In particolare, l’art. 5 comma 15-quater del DL 146/2021 dispone la modifica dell’art. 4 del DPR 633/72, al fine di eliminare le ipotesi di esclusione IVA previste per determinate associazioni (es. sportive dilettantistiche, culturali, di promozione sociale). Al contempo, la norma prevede l’introduzione di nuove ipotesi di esenzione riferite agli enti in questione, con l’obiettivo di alleggerirli dall’onere di versamento dell’imposta.
Il passaggio al regime di esenzione, tuttavia, comporterà maggiori oneri a carico degli enti, che saranno comunque tenuti all’assolvimento dagli obblighi documentali previsti dal Titolo II del DPR 633/72. Infatti, fatta salva la possibilità di optare per la dispensa dagli adempimenti IVA ex art. 36-bis del DPR 633/72, resteranno dovuti i normali obblighi di fatturazione e certificazione fiscale, registrazione, ecc.
Considerate le conseguenze per il mondo non profit, l’efficacia di queste modifiche è stata più volte rinviata, e anche quest’anno, in base alle anticipazioni fornite, il Governo starebbe lavorando alla proroga del regime attuale.
In particolare, in occasione della videoconferenza del 18 settembre scorso, il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha reso noto l’avvio di interlocuzioni con la Commissione europea per rinviare la riforma, rappresentando l’obiettivo di una proroga ultrannuale.
È stata inoltre dichiarata più volte l’intenzione di trovare gli strumenti per sollevare gli enti più piccoli dall’applicazione dell’IVA. Una soluzione di questo genere, d’altronde, è stata adottata per le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni di volontariato.
In tale contesto, va rilevato che anche il Parlamento, nell’ambito dei pareri espressi sullo schema di DLgs. in tema di Terzo settore, sport e IVA, ha segnalato al Governo l’opportunità di introdurre disposizioni volte a mantenere l’attuale regime di esclusione per gli enti associativi non commerciali, anche dopo il 1° gennaio 2026, pur garantendo la graduale attuazione dell’orientamento unionale.
Peraltro, tra i temi sollevati dalle Commissioni parlamentari per il mondo non profit, vi sono anche quelli legati all’efficacia della nuova disciplina fiscale recata dal Codice del Terzo settore, in vigore anch’essa dal 2026.
Un primo aspetto riguarda le disposizioni agevolative attualmente previste a favore delle ONLUS. Poiché dal 1° gennaio 2026 la “disciplina ONLUS” verrà definitivamente abrogata si ritiene opportuno che l’ambito soggettivo di applicazione delle agevolazioni IVA previste per tali enti rimanga inalterato.
In breve, si propone che le esclusioni e le esenzioni IVA previste dagli artt. 3 e 10 del DPR 633/72 a favore delle ONLUS siano riferite non ai soli “enti del Terzo settore non commerciali”, ma alla generalità degli enti del Terzo settore, escluse soltanto le imprese sociali costituite in forma di società.
Un altro aspetto sul quale si richiede un intervento riguarda la parificazione del trattamento IVA tra cooperative sociali e imprese sociali. Infatti, se le prime possono beneficiare dell’aliquota del 5% per le prestazioni socio-sanitarie, assistenziali ed educative rese a soggetti svantaggiati, le seconde, per le stesse prestazioni, dovrebbero applicare l’IVA al 22%.
Fra le altre misure auspicate, si segnalano poi:
- l’introduzione di una norma di esclusione dall’IVA per le prestazioni rese dietro corrispettivo dai Corpi dei vigili del fuoco volontari;
- l’estensione del regime speciale di cui alla L. 398/91 alle associazioni di categoria economiche e agli enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dalle suddette associazioni, nonché l’estensione, agli stessi enti, dell’esonero dagli obblighi di certificazione fiscale previsti dall’art. 2 comma 1 lett. hh) del DPR 696/96.
In base a quanto ricostruito, dunque, se si può essere ottimisti circa la proroga dell’attuale regime di decommercializzazione IVA per gli enti associativi, resta da capire quali saranno le possibili evoluzioni con riguardo alle altre agevolazioni IVA per il mondo non profit.
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