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IVA al 4% per paste alimentari con minima percentuale di speck

/ REDAZIONE

Venerdì, 5 marzo 2021

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Con la risposta a interpello n. 151 del 4 marzo 2021, l’Agenzia delle Entrate si è espressa in merito all’aliquota IVA applicabile alla cessione di gnocchi che, pur non essendo farciti, contengono nell’impasto una minima percentuale di speck.
In dettaglio, tale prodotto è composto principalmente da purea di patate, per una componente minima da speck (4%), nonché, per il residuo 1%, da sale, aroma naturale e farina di riso.

Secondo il parere formulato dall’Agenzia delle Dogane e monopoli su richiesta dell’istante (in conformità a quanto previsto con circ. 14 giugno 2010 n. 32) il prodotto in questione può essere classificato alla voce SA 1902, la quale comprende “paste alimentari, anche cotte o farcite (di carne o di altre sostanze) oppure altrimenti preparate, quali spaghetti, maccheroni, tagliatelle, lasagne, gnocchi, ravioli, cannelloni; cuscus, anche preparato”, ma non comprende, ad esempio, le preparazioni diverse dalla pasta farcita contenenti più del 20% in peso di carne.

In particolare, stante la sua composizione, il prodotto può essere classificato alla sottovoce NC 1902 1910, ossia tra le paste alimentari non cotte né farcite né altrimenti preparate non contenenti uova.

Sulla base del parere tecnico delle Dogane, dunque, l’Agenzia delle Entrate ritiene che gli gnocchi non farciti contenenti una percentuale minima di speck debbano essere assoggettati ad aliquota IVA del 4%, in quanto riconducibili alle “paste alimentari” indicate al n. 15) della Tabella A, parte II, allegata al DPR 633/72.

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