Nel penale tributario non si lucra sull’errore altrui
È il destinatario del precetto penale che deve adeguarsi al comando e non il contrario
La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 23515, depositata ieri, ha stabilito che la consapevolezza del contribuente in ordine all’errore contenuto nella fattura o nella nota di credito non lo legittima a replicare tale errore nella dichiarazione ai fini IVA se tale errore incide sulla corrispondenza al vero dell’entità degli elementi attivi o passivi dichiarati; la dichiarazione, infatti, è atto proprio del contribuente che la sottoscrive, sicché egli non può lucrare sull’errore altrui di cui sia consapevole per dichiarare (altrettanto consapevolmente) il falso.
Il fatto di causa concerne una srl che nel 2014 emetteva una nota di credito nei confronti di un’altra srl, nella quale veniva riportata la causale “sconti di fine anno 2013”. La somma veniva ritenuta ...
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