Fino a tre settimane di malattia per sottoporsi alla procreazione assistita
Per l’INPS le pratiche di PMA non sono una malattia in senso stretto, ma devono essere a essa assimilate
Il delicato iter di procreazione medicalmente assistita (PMA) è un percorso lungo e articolato che si compone di più step che possono richiedere alla lavoratrice periodi di assenza dal lavoro.
Occorre premettere che le tecniche di PMA possono svolgersi con gradi di complessità e invasività diversi; nel caso di quelle più complesse, solitamente si parte con una prima fase di stimolazione ovarica, seguita dal prelievo degli ovociti in day hospital (c.d. “pick up”), dal trasferimento degli embrioni – anche in questo caso in day hospital (c.d. “transfer”) – e si conclude con una fase di riposo, finalizzata a favorire l’impianto dell’embrione.
Se le assenze dal lavoro per lo svolgimento degli esami preliminari – come ad esempio i prelievi, il monitoraggio ovulatorio, ...