Le scelte aziendali errate non bastano a integrare la bancarotta
Se così fosse il delitto coinciderebbe con la mera causazione dello stato di insolvenza e sussisterebbe per tutte le dichiarazioni di fallimento
Per la sussistenza del delitto di bancarotta fraudolenta impropria da operazioni dolose non è sufficiente la mera circostanza che l’amministratore della società fallita abbia accumulato debiti per scelte errate. Si deve, infatti, distinguere l’aggravamento del dissesto conseguente a operazioni dolose dall’aumento del passivo dovuto a scelte gestionali rivelatesi, a posteriori, errate e quindi dovute a comportamenti incolpevoli o anche solo colposi, poiché altrimenti il delitto coinciderebbe con la mera causazione dello stato di insolvenza e sussisterebbe in relazione a tutte le dichiarazioni di fallimento. Tale è il principio precisato dalla quinta sezione penale della Cassazione nella sentenza n. 22978 depositata ieri.
L’amministratore di una srl, dichiarata fallita, ...
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