Il Senato chiede la flat tax incrementale per chi aderisce al concordato preventivo biennale
La Commissione Finanze del Senato ha approvato ieri il parere favorevole ai correttivi alla delega fiscale sull’adempimento collaborativo e la semplificazione degli adempimenti tributari.
La Commissione, secondo quanto riporta l’Ansa, detta tre condizioni:
- l’introduzione della flat tax incrementale per chi aderisce al concordato preventivo biennale;
- il rinvio del versamento dell’acconto all’anno successivo con rateizzazioni;
- per gli adempimenti tributari, l’estensione da 30 a 60 giorni, a partire dal 1° gennaio 2025, del termine per il versamento delle somme richieste a seguito del controllo delle dichiarazioni.
Il parere sollecita, in particolare, il Governo “a introdurre un regime di incisiva premialità per i contribuenti aderenti al concordato proposto”, appunto anche con il rinvio del versamento dell’acconto. Per quanto riguarda la flat tax incrementale, viene richiesto che i contribuenti “possano optare per tale imposta sostitutiva calcolata su una base imponibile pari alla differenza, se positiva, tra il reddito di lavoro autonomo e di impresa concordato e il corrispondente reddito del periodo precedente a quelli cui si riferisce la proposta”, rettificato applicando “un’aliquota del 10, del 12 o del 15 percento, rispettivamente se il livello ISA del periodo d’imposta precedente a quello del concordato sia non inferiore a 8, non inferiore a 6 e inferiore a 8 ovvero inferiore a 6”. Una proposta, quest’ultima, avanzata anche in audizione da commercialisti, Cna e Confartigianato (si veda “Commercialisti: «Più incentivi per l’adesione al concordato preventivo biennale»” del 10 luglio 2024).
L’obiettivo di ridefinire il rapporto tra Fisco e contribuenti, si legge ancora nelle osservazioni del parere, è “condiviso da tutte le forze che sostengono l’esecutivo”. In questa ottica, la Commissione sollecita “un intervento del Governo in materia di strumenti induttivi di ricostruzione del reddito affidati all’Agenzia delle Entrate”, da indirizzare “esclusivamente verso le situazioni che presentano alti livelli di scostamento di congruità tra spese e redditi dichiarati”, anche “prevedendo soglie percentuali che riducano o eliminino la discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate”.
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