Continuità e solidità sono da sempre principi cardine della Cassa
Gentile Redazione,
a fronte della lettera pubblicata il 17 luglio, a firma del Collega Antonio Pastore (si veda “Continuità nella gestione dei contributi della Cassa, senza dimenticare la neutralità”), mi permetto, con molta pacatezza, alcune piccole precisazioni.
Oggettivamente, supporre da un “lascio” inserito in un titolo – logicamente come sempre, appunto, “attribuibile alla redazione” e sintesi di concetti ben più ampi espressi nell’articolo – la presunzione, o meglio in modo autocritico oserei attribuirmi nel caso un delirio di onnipotenza, che io abbia voluto significare che la nostra Cassa sia diventata solida e sostenibile solo nel corso dell’ultima gestione implicherebbe che il sottoscritto, a conclusione a brevissimo del proprio mandato di Presidenza, necessiti di ampio e ristoratore riposo e meditazione, a tutela della sostenibilità e solidità della propria salute mentale innanzitutto.
Rassicuro, quindi, il caro Collega che i concetti esposti in una lunga e piacevole chiacchierata con il giornalista, logicamente poi riassunti per esigenze editoriali, per iniziare a tirare le fila di un percorso di otto anni all’interno della governance della Cassa che ho avuto il grandissimo onore e l’onere di condividere con gli altri colleghi che mi hanno accompagnato, vertevano principalmente sul concetto di “continuità” che ha sempre rappresentato il principio cardine e la bussola del nostro operato e di chi ci ha preceduto, in un percorso virtuoso che ha visto succedersi in modo armonico le varie governance impegnate a rafforzarne la “solidità” e a “proiettarla”, appunto e come indispensabile, verso il “futuro”.
Mi permetto solo, pedissequamente, di ricordare come la Treccani alla voce “continuità” riporti testualmente “continuità s. f. [dal lat. continuĭtas -atis]. – 1. Qualità d’esser continuo, estensione non interrotta nel tempo, o anche nello spazio: c. d’un moto; impiego che ha carattere di c.; c. di pensiero, successione ininterrotta di una tradizione di pensiero da un periodo storico all’altro...” e, conseguentemente, la pretesa di attribuire il concetto di “continuità” a un periodo storico limitato e nel caso solo a una “ultima gestione” rappresenterebbe una contraddizione di termini.
Evito ogni ulteriore commento rispetto alle altre considerazioni di carattere “elettorale”, insinuazioni e consigli evidenziati dal Collega in una lettera inviata alla redazione quasi casualmente (a fronte di un articolo pubblicato ormai qualche giorno fa) proprio in coincidenza con l’insediamento della nuova assemblea dei delegati e la tornata elettorale nella quale, come sempre avvenuto, ha prevalso il massimo spirito democratico e il senso e la capacità di valutazione e giudizio dei colleghi, a meno che non si vogliano mettere in dubbio pure quelle.
Concludo permettendomi di evidenziare come il proiettarsi al futuro credo significhi, innanzitutto, ricordare bene il passato e farne tesoro, per migliorare e progredire, con un po’ di umiltà e fiducia nelle persone che si avvicendano e, appunto, nel futuro.
Quindi buon futuro a tutti e soprattutto alla nostra amata e preziosa Cassa.
Stefano Distilli
Presidente CDC
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41