Limiti al sequestro probatorio di criptovalute
La Cassazione evidenzia la diversità tra moneta reale e moneta virtuale
Vi sono dei presupposti stringenti per il sequestro probatorio delle criptovalute, in caso di reati tributari.
La Cassazione, nella sentenza n. 1760 depositata ieri, considera infatti illegittimo un sequestro qualificato come probatorio dal Pubblico Ministero che aveva riguardato delle criptovalute per un controvalore, al momento del sequestro, di 120.635,25 euro, in quanto ritenuto quale profitto del reato di infedele dichiarazione di cui all’art. 4 del DLgs. 74/2000.
Secondo tale pronuncia, non è possibile legittimare un sequestro probatorio del profitto del reato non diretto, ma per equivalente, perché ricadente (come nel caso di specie) non su moneta avente corso legale nello Stato, utilizzata per effettuare i pagamenti ed avente valore liberatorio delle obbligazioni contratte anche
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