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L’ANCL scrive a de Nuccio: «Sull’Asse.co trionfalismo ingiustificato»

/ REDAZIONE

Martedì, 27 maggio 2025

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Il “trionfalismo” dei commercialisti per la recente sentenza del TAR del Lazio in materia di Asse.co non è piaciuta ai consulenti del lavoro. Ieri, Dario Montanaro, Presidente dell’ANCL (Associazione nazionale dei consulenti del lavoro), ha inviato una lettera al Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio, dicendosi “dispiaciuto per la superficialità dell’analisi del testo della sentenza” e per la “conseguente erroneità del messaggio” che lo stesso numero uno dei commercialisti ha voluto veicolare “tramite ogni canale possibile”.

“Sorprende – scrive Montanaro nella missiva – leggendo i suoi commenti, post, interventi social, il totale travisamento del significato della sentenza del TAR del Lazio, che ha risolto un giudizio sul silenzio amministrativo ex artt. 31 e 117 c.p.a., senza alcun riconoscimento delle ragioni di merito che la sua categoria professionale ha rivendicato, denunciando una inesistente disparità di trattamento che l’amministrazione avrebbe perpetrato nei confronti dei dottori commercialisti, rispetto ai consulenti del Lavoro”.

Nello specifico, con la pronuncia n. 9974/2025, pubblicata lo scorso venerdì, il TAR ha obbligato l’Ispettorato del Lavoro a esaminare, entro 90 giorni, la richiesta dei commercialisti di sottoscrivere il medesimo protocollo d’intesa già firmato con i consulenti, che permette a questi ultimi di asseverare la regolarità dei contratti delle imprese che ne fanno richiesta (si veda “Entro 3 mesi la risposta dell’Ispettorato del Lavoro sull’Asse.co” del 24 maggio). Quindi, continua la missiva, “non vi è alcun passaggio della sua motivazione nel quale il Giudice ha riconosciuto la correttezza delle rivendicazioni del commercialisti”.

Secondo Montanaro, l’intenzione del Presidente de Nuccio non era quella di “informare correttamente i suoi iscritti e gli altri soggetti interessati, ma solo quella di appuntarsi una medaglia per un successo, che però, giuridicamente, non esiste”. Di qui, l’esortazione a essere “più prudente” nel raccontare di “successi inesistenti” ai danni dei consulenti del lavoro e di fare “un passo nella direzione giusta”, evitando “azioni divisive” e concentrandosi sulla “ricerca di metodi e sistemi che uniscano le professioni di area economico-giuridica”.

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