Una riflessione sugli Stati generali, per una leadership aperta e condivisa
Gentile Redazione,
prima della pausa estiva, a nome dei sessanta colleghi che fanno parte del Caffè delle Idee, desidero proporre una riflessione sul principale evento mediatico della nostra categoria: gli Stati Generali che si sono tenuti a Roma agli inizi dello scorso mese di giugno.
Affrontare un tale tema a distanza di tempo consente sicuramente quella maggiore pacatezza rispetto alle inevitabili suggestioni dell’immediatezza.
Partiamo dal fatto che gli Stati Generali dei commercialisti italiani sono sempre stati un grande momento di incontro e di confronto democratico dei Colleghi, soprattutto di coloro che ricoprono incarichi istituzionali all’interno della nostra Categoria.
Infatti, se pur con denominazioni diverse, il primo incontro di questo tipo risale addirittura al novembre 2008. Quindi, quasi 17 anni fa. All’epoca – molti di noi se lo ricordano – nell’ambito di un evento anch’esso partecipato da migliaia di colleghi, l’allora Ministro della Giustizia Angelino Alfano aveva annunciato la nuova prerogativa riconosciuta a favore dei commercialisti italiani riguardante la cessione di quote sociali.
Molto tempo è passato da quella data ma, da allora, l’evento si è ripetuto più o meno ogni anno e la partecipazione dei Colleghi, provenienti da tutte le parti d’Italia, è sempre stata elevata. Così come l’interlocuzione con la politica si è sempre confermata di alto livello.
Quest’anno, va riconosciuto, la partecipazione politica è stata senz’altro di particolare rilievo considerata la presenza, oltre a diversi Ministri in carica, anche della Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Un evento che, obiettivamente, mai in passato si era registrato.
I principali organi di stampa e i più seguiti canali televisivi hanno giustamente dato risalto all’evento, facendo balzare agli onori delle cronache l’importanza della figura e del lavoro dei Commercialisti.
Nell’ambito di un evento talmente partecipato e mediatico il nostro Presidente ha ritenuto di incentrare il suo intervento sulla rilevanza della potenziale riforma dell’Ordinamento professionale dando un’enfasi alla stessa, annunciata come indispensabile e addirittura rivoluzionaria che, tuttavia, diciamolo con franchezza, mal si concilia con un testo che, viceversa, a conti fatti, non appare innovare granché.
La prospettiva di vedersi riconosciute doverose esclusive, che giustifichino il severo percorso formativo e i requisiti stringenti di permanenza nell’Albo professionale espressamente richiesti ai Commercialisti italiani, è infatti rimasta largamente di là da venire.
Doveva invece essere affermato e richiesto con forza – perlomeno a nostro giudizio – che non può esserci un accesso alla professione tanto qualificato e selettivo e, oltre a ciò, norme deontologiche, formative e limitazioni all’esercizio di attività commerciali se poi, in pratica, chiunque può fare il nostro stesso lavoro senza per questo trovarsi a dover subire analoghe e così severe prescrizioni.
Inoltre, non si può non ricordare che una buona leadership deve essere sempre inclusiva, aperta al dialogo e all’ascolto, orientata non solo a consentire il dissenso, ma addirittura a stimolarlo e talvolta persino a pretenderlo.
Invece, nell’ambito di un evento tanto partecipato quanto qualificato, non possiamo fare a meno di registrare una nota sicuramente stonata.
Spiace infatti dover rilevare come, proprio in un ambito del genere, per di più aperto al pubblico, il nostro Presidente abbia ritenuto di rimarcare come, solo grazie a questo Consiglio, si sia “recuperata la dignità”.
Una dignità che, evidentemente, prima di lui, egli ritiene fosse del tutto assente.
Altrettanto spiace dover constatare che, sempre in questo contesto, egli abbia ritenuto di bollare il dissenso, che in ogni sistema democratico è assolutamente fisiologico, come “disfattismo” e “sabotaggio”, invitando esplicitamente coloro che avevano fatto delle critiche a “farsi da parte”.
Ora, evocare un passato vissuto prima di sé addirittura privo di dignità (!) è non solo apertamente falso ma è anche offensivo, soprattutto nei confronti di quei Colleghi che hanno costruito con visione e lungimiranza quella professione unica in ambito economico, giuridico e contabile che è sicuramente alla base di tutti i potenziali successi del presente.
Quanto poi all’invito a “farsi da parte”, rivolto platealmente a Presidenti di Ordine, questo oltraggia non solo i diretti interessati, ma soprattutto le decine di migliaia di Colleghi che li hanno democraticamente eletti e, in molti casi, anche plebiscitariamente riconfermati.
Spiace dover ricordare, al riguardo, come lo stesso Codice deontologico, approvato di recente proprio da questo Consiglio nazionale, prescriva nei confronti degli Organi della professione (evidentemente, tutti) comportamenti improntati “al rispetto, alla correttezza e alla considerazione” che difficilmente possono ritrovarsi nel titolo di uno dei paragrafi della relazione presidenziale (“Vade retro sabotatori”).
Sarebbe stato certamente più opportuno proporsi con quella modestia e sobrietà che appartiene solo ai grandi, considerandosi comunque “un nano sulle spalle di giganti” così da potersi effettivamente spingere oltre e, credibilmente, ancor più lontano.
Ancora una volta giova ricordare che sono proprio le opinioni contrarie quelle che incoraggiano a una discussione più approfondita e possono aiutare a individuare i potenziali rischi o i punti deboli di una proposta o di un progetto.
In sintesi, le opinioni contrarie sono e restano fondamentali per un processo di crescita e di progresso a livello collettivo. Perché, non dimentichiamolo mai, solo la libertà del dissenso rende credibile il consenso.
Da ultimo, a scanso di ogni possibile equivoco o malinteso, ci preme precisare che il nostro Caffè, fedele al suo motto (“Noi parliamo di idee, non di persone”), non intende prendere e non prenderà alcuna posizione a favore di liste o candidati in occasione delle prossime competizioni elettorali, sia locali che nazionali.
Giorgio Sganga
Presidente Il Caffè delle Idee
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41