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LETTERE

La cedolare secca è uno «schiaffo» alle imprese

Lunedì, 11 aprile 2011

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Caro Direttore,
solo per esprimere amarezza e disgusto per l’ottusità e il senso di disprezzo costituzionale dimostrata dalla classe politica nell’approvare un provvedimento come la “cedolare secca”. Sul solco di quanto giustamente rilevato dal nostro Presidente, Claudio Siciliotti, in ordine al discrimine operato in tal modo nei confronti dei redditi da lavoro lasciati nella progressività, ma diversamente dai precedenti regali offerti ai titolari di redditi da fonte patrimoniale (come, ad esempio, le varie imposte sostitutive su capital gain e/o rivalutazioni immobiliari), qui c’è l’aggravante della mancata motivazione: forse che il principio in forza del quale la riduzione delle aliquote possa far rientrare nell’imponibile degli italiani anche ciò che oggi non viene dichiarato non si applichi a qualsiasi tipologia di reddito? La sostanza è che si è voluto fare un bel regalo a qualcuno che non ne ha proprio bisogno e, nell’attuale contingenza, è un vero e proprio schiaffo alle migliaia di aziende e imprese che quotidianamente faticano anche per fare il loro dovere nei confronti dello Stato. Scusate lo sfogo, ma stento a credere che una così grossa ingiustizia di Stato possa passare ancora una volta come una questione di interessi di parte di tipo corporativo o una mera svista del Legislatore; qui c’è la malafede di qualcuno.


Alberto Rossini
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Mantova

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