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OPINIONI

In Italia, Corte Costituzionale «mordi e fuggi»

La durata media della carica di Presidente è di 1,5 anni, ma i privilegi restano per sempre. Sorge qualche dubbio, intanto, sull’uso della Consulta

/ Giuseppe REBECCA e Giorgia FAVARO

Sabato, 16 aprile 2011

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Il turnover alla Presidenza della Corte Costituzionale sembra davvero un ciclo inesorabile. Lo conferma la durata della carica dell’ultimo Presidente, Ugo De Siervo: in servizio dal 10 dicembre 2010, lascerà il trono del Palazzo della Consulta dopo soli 140 giorni, il 29 aprile 2011.

Siamo ormai abituati al frequente cambio di mandato, dopo i 33 Presidenti che si sono susseguiti dalla nascita della Corte Costituzionale nel gennaio del 1956. I 15 giudici Costituzionali, in carica per nove anni, eleggono a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta il Presidente, che rimane in carica tre anni ed è rieleggibile. In realtà la Presidenza, per prassi, spetta ai giudici che stanno concludendo il mandato, in modo da garantire una certa mobilità delle cariche. In sostanza, la quinta carica della Repubblica italiana, e tutti i privilegi a vita che ne derivano, è palleggiata a turno al giudice con il mandato più remoto, in una sorta di riserva di anzianità. Chi è componente della Corte Costituzionale, salvo eventi naturali, può aspirare a diventarne Presidente: basta avere pazienza (e salute).

Inutile dire quanto sia ambito tale ruolo, estremamente prestigioso, quanto privilegiato. Stiamo parlando di benefici quali, tra gli altri, uno stipendio corrispondente a circa il doppio di quello del Presidente della Repubblica, alloggio e spese (anche private) gratuite, rimborso dei viaggi, oltre a segretari e assistenti, auto di servizio comprensiva di autista sempre a disposizione. Privilegi che in gran parte vengono conservati anche dopo il pensionamento, vita natural durante. Per non parlare del rimborso pensionistico che costa allo Stato in totale 5.050.000 euro per 19 ex giudici in quiescenza, come da bilancio di previsione 2011. Il contributo dello Stato per il funzionamento della Corte Costituzionale nel suo complesso è, per il 2011, di 52,7 milioni di euro, oltre 100 miliardi delle vecchie lire.

Dal 1956 ad oggi, i presidenti sono stati 33, 10 negli ultimi 10 anni, a cui se ne aggiungerà uno fra pochi giorni. La durata media della carica in questi 45 anni di attività della Corte Costituzionale è stata quindi di circa un anno e mezzo (invece dei tre previsti dal mandato); media che si potrebbe ulteriormente abbassare se, come probabile, entro quest’anno ci saranno altri due passaggi di testimone. Dopo De Siervo, potrebbe toccare a Paolo Maddalena, attuale Vicepresidente della Consulta, con scadenza di mandato prevista per il 30 luglio prossimo venturo, e dopo di lui ad Alfio Finocchiaro, divenuto parte del gruppo costituzionale nel dicembre 2002 e quindi prossimo anch’egli alla scadenza del mandato.

Siamo curiosi di capire cosa succederà nel 2014, anno in cui è prevista la scadenza del mandato per ben 5 attuali giudici della Corte Costituzionale. Anche alla luce delle difficoltà che talvolta determina l’alto quorum (maggioranza di due terzi) previsto per la nomina dei cinque giudici eletti dal Parlamento in seduta comune. Regola che potrebbe essere insidiosa, in quanto la Corte per funzionare necessita di almeno 11 giudici; già nel 2002, per la prima volta, la Corte ha rinviato la discussione su una delle cause in ruolo per mancato raggiungimento del quorum di 11 giudici.

Ma veniamo all’utilizzo, a nostro avviso improprio, che spesso si fa della Consulta. Un giudice non è d’accordo su come la Cassazione interpreta una norma? Anziché essere sicuro di farsi cassare la propria sentenza dalla Cassazione, che confermerebbe l’orientamento precedente, qualora una parte eccepisca l’incostituzionalità, il gioco è fatto. Se la Corte Costituzionale la pensa allo stesso modo, ecco by-passata la Cassazione. Ad esempio, circa il privilegio spettante agli agenti di commercio, dalla Cassazione ormai riconosciuto anche alle società di capitali, la Suprema Corte ha dichiarato che la legge è costituzionalmente legittima (sentenza n. 1/2000), in quanto non prevede il riconoscimento del privilegio alle società di capitali. Se il privilegio è riconosciuto, sono i giudici della Cassazione che sbagliano. È innegabile che un intervento di questo tipo, peraltro legittimo, porti a conseguenze assai rilevanti. Di fatto, si interviene sul giudicato della Cassazione, sulla sua legittimità. I giudici della Cassazione hanno sbagliato e dovranno correggersi; questo, in parole povere, sentenzia la Corte Costituzionale. E si resta un po’ sconcertati, quanto agli effetti.

Simile trattamento è toccato al privilegio relativo agli alimenti spettanti al coniuge (sentenza n. 17/2000). Ricordiamo poi un intervento per certi versi analogo sui compensi spettanti al Commissario Giudiziale nel concordato preventivo (sentenza n. 484/1993). Lì non c’era da controbattere un orientamento consolidato della Cassazione, quanto piuttosto da legittimare la disapplicazione di un decreto ministeriale. La Corte Costituzionale disse che, derivando la determinazione del compenso da un semplice DM, ogni giudice era libero di applicarlo o meno; un decreto ministeriale non ha forza di legge. Quindi nessun vincolo, ma libertà dei giudici di disapplicare il DM; e una norma che si è liberi di disapplicare non può essere certamente incostituzionale: respinta, dunque, l’eccezione di incostituzionalità.
Ma la Corte Costituzionale è d’accordo con questa modalità operativa? E siamo sicuri che ciò sia corretto? Domande avanzate già da tempo, domande alle quali non è stata data risposta.

Tabella - Presidenti della Corte Costituzionale nominati dal 2000 ad oggi
Durata del mandatoPresidente
23 febbraio 2000 - 21 novembre 2000Cesare Mirabelli
5 gennaio 2001 - 2 dicembre 2002Cesare Ruperto
5 dicembre 2002 - 23 gennaio 2004Riccardo Chieppa
28 gennaio 2004 - 13 settembre 2004Gustavo Zagrebelsky
22 settembre 2004 - 30 gennaio 2005Valerio Onida
10 marzo 2005 - 6 novembre 2005Piero Alberto Capotosti
10 novembre 2005 - 9 luglio 2006Annibale Marini
11 luglio 2006 - 8 novembre 2008Franco Bile
14 novembre 2008 - 18 febbraio 2009Giovanni Maria Flick
25 febbraio 2009 - 10 dicembre 2010Francesco Amirante
10 dicembre 2010 - 29 aprile 2011Ugo De Siervo

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