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EDITORIALE

Troppi adempimenti per le imprese? Tranquilli, ci pensa Tremonti

/ Enrico ZANETTI

Giovedì, 21 aprile 2011

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Nel corso dell’audizione di ieri presso la Commissione Finanze della Camera, il Ministro Tremonti ha dichiarato che non è possibile continuare con questo livello di oppressione fiscale sulle imprese, soggetta a una miriade di adempimenti.

Non sono mancati i rilanci di agenzia sulle dichiarazioni di Tremonti.
Per Giuseppe Bortolussi della CGIA di Mestre, “Ha ragione Tremonti: basta col Fisco opprimente e la burocrazia ottusa”.
Per Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia, il nuovo sindacato unitario delle piccole imprese dell’artigianato e del commercio, “Il Ministro Tremonti ha recepito quanto le organizzazioni imprenditoriali denunciano da sempre: bisogna combattere l’oppressione dei controlli nei confronti delle imprese”.

Chi fa più sorridere?
Tremonti, che denuncia nulla più che l’effetto di un 2009 e un 2010 all’insegna della reintroduzione, con gli interessi e non poche new entry, degli adempimenti che aveva assai più apprezzabilmente ridotto, nel 2008, all’inizio di questo suo mandato di Governo?
Oppure questi eroici sindacalisti delle partite IVA che gli fanno pure l’applauso?

Quattro mesi fa, correva il 14 gennaio, i commercialisti italiani erano intervenuti con chiarezza sui media per denunciare il livello insostenibile di adempimenti fiscali cui si sarebbe stati ormai prossimi ad arrivare, una volta che fossero entrate in vigore anche le ultime novità previste dai vari provvedimenti succedutisi nel biennio 2009-2010.
La risposta delle istituzioni?
Silenzio da parte della politica e un comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate, con il quale si rispediva al mittente la segnalazione di un esponenziale incremento degli adempimenti.
E i capitani coraggiosi del sindacalismo d’assalto nel nome della tutela delle piccole imprese italiane?
Zitti e allineati, in attesa che il generale, dopo aver fatto scavare una buca, desse l’ordine che era arrivata il momento di riempirla di nuovo.

Liberi professionisti destinati a essere sempre più ai margini del dibattito

Che dire?
A parte che a questo punto sarebbe lecito attendersi nei prossimi giorni un comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate che stigmatizzi le parole del Ministro (“Non è vero che ci sono troppi adempimenti, non si permetta”), l’impressione che si ricava da questo modo di fare interlocuzione politico-sindacale nel Paese è che i liberi professionisti sono destinati ad essere inevitabilmente ed irrimediabilmente sempre più ai margini del dibattito.
Perché non devono scontare solo la comunque già seccante pecca dell’essere professionisti che parlano con competenza e reale cognizione di causa di argomenti tecnici, ma anche la ancora più intollerabile pecca della libertà, che li porta a parlare quando vedono manifestarsi all’orizzonte un problema, senza domandarsi prima se ci si può permettere di vederlo.

Dannatamente triste (per il Paese, prima ancora che per i liberi professionisti), dannatamente vero.

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