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LETTERE

Perché aumentare il contributo soggettivo per riavere l’integrativo?

Martedì, 17 maggio 2011

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Carissimo Direttore,
la ringrazio per aver reso in questi mesi più comprensibili (anche a me che in questi 6 anni, più 3 di pratica, ho cercato soprattutto di capire come bisogna affrontare oggi il lavoro del commercialista non avendo, di fatto, il tempo da dedicare ad altro) temi quali, ad esempio, la mia previdenza.

Sono a conoscenza del fatto che verso alla Cassa il 10% come contributo soggettivo e che i miei clienti versano per me alla stessa il 4%, e sono naturalmente aggiornato anche sul fatto che a differenza della pensione raggiunta da qualche fortunato, che godeva di vecchie leggi che gli consentivano di ottenere una pensione che ammontava a circa l’80/90% dello stipendio percepito negli ultimi anni (erano questi i calcoli fatti fino a una decina di anni fa da chi era prossimo alla pensione), dovrò accontentarmi del montante maturato dal mio versato.

E, a dirla tutta, mi sta anche bene: non sto giocando un biglietto alla lotteria, sto accantonando qualcosa per il futuro, e tutti premi (anche i miei) son già stati ritirati da altri prima di me.

Leggendo il suo articolo apprendo, ahimè, che in realtà, da studi fatti da esperti, il sistema si regge in equilibrio perché i miei clienti pagano il 4% per reggere la pensione di chi mi ha preceduto, per fare in modo che “almeno” non venga eroso il mio versato diretto.

Dopo avermi confermato che quanto sopra scritto è corretto, può rispondere a questa domanda: se ho capito bene, da calcoli fatti avendo la Cassa raggiunto un equilibrio anche di lungo periodo, sarebbe possibile che il 2% di quello che versano i miei clienti per me vada a crescere il mio montante (cito: “il secondo motivo è che l’ormai raggiunta sostenibilità di lungo periodo della Cassa Dottori consentirebbe di destinare metà del contributo integrativo a incremento dei montanti pensionistici individuali”, dal suo editoriale “Innalzare o no al 12% il contributo soggettivo minimo obbligatorio?” dell’11 maggio). Perché questo accada, però, devo aumentare il mio contributo soggettivo minimo dal 10% al 12%? Cioè, per darmi ciò che avanza del mio dopo che altri ne hanno mangiato, dev’essere surrogato da un atto di buona fede e non basta il fatto stesso che l’abbia versato?


Stefano Begni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia

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