La riduzione degli acconti a ridosso della scadenza non è un «regalo» gradito
Caro Direttore,
ho appreso per le vie brevi che la vulgata sulla riduzione degli acconti a una manciata di giorni dalla scadenza era “cosa vera”.
Lo Stato ha evidenti problemi di cassa (ad esempio, non riesce a pagare i suoi debiti commerciali) e il suo amministratore delegato, Onorevole Professor Monti, cosa fa? Concede una dilazione di pagamento ai suoi clienti (i contribuenti). La cosa “curiosa” è che sulla carta stampata passa il messaggio di un vero e proprio regalo: ho anche letto di giornalisti (che non sanno dell’esistenza del calcolo degli acconti con il metodo previsionale) parlare della misura come di “respiro a quanti hanno guadagnato meno dell’anno precedente”. Che ignoranti (nel senso che ignorano le regole).
Il tutto, come detto, a ridosso dalla scadenza, con lavoro extra per tutti noi professionisti, oltre allo spreco di tempo e denaro per informare in tempo utile i clienti. Insomma, altro PIL perso. E questo solo per fare come nelle migliori dittature populiste: lanciare il pane alla folla in festa.
Paolo Troiano
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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