Parcelle non registrate, infedele dichiarazione IVA anche se insolute
Per la Cassazione, ai fini del reato è sufficiente un’infedeltà dichiarativa oltre le soglie di punibilità, anche se il soggetto non ne ha tratto profitto
Commette il reato di infedele dichiarazione IVA il professionista che emette fatture ma, non essendo state pagate, non le annota in contabilità e non ne indica in dichiarazione i relativi importi. Ai fini dell’integrazione della fattispecie delittuosa, peraltro, non è necessario che il soggetto ne tragga un profitto, ma è sufficiente un’infedeltà dichiarativa che superi le soglie di punibilità specificamente previste per il reato. Lo ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13926 depositata ieri, 12 aprile.
Un architetto aveva emesso fatture per svariati milioni di euro nei confronti di una società di cui era anche rappresentante legale, che, tuttavia, non aveva provveduto al pagamento di tali compensi fatturati. Il professionista, dal canto
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