La comunicazione al Registro revisori sta diventando un’«Odissea»
Spettabile Redazione,
vorrei sottolineare come si sia perpetrato l’ennesimo scempio tipico italiano, ovvero il vizio di modificare una cosa che funziona per attribuirne le funzioni ad un organismo pubblico e far piombare tutto il sistema nell’incubo della burocrazia.
Mi riferisco alla nuova gestione da parte del MEF del Registro dei revisori, che fino a ieri ha funzionato egregiamente sotto la gestione del CNDCEC.
Riferisco il mio caso personale, ma credo che disguidi analoghi siano successi a parecchi altri colleghi.
Non appena è stato pubblicato il regolamento (alla fine di giugno), ho diligentemente provveduto all’accreditamento sul nuovo portale che accoglierà tutti gli iscritti al Registro. A parte il fatto che, nonostante la mia comunicazione inviata otto mesi fa per raccomandata (sull’apposito modulo) e relativa al nuovo indirizzo dello studio, a tutt’oggi figura ancora l’indirizzo vecchio, ho proceduto con l’“accreditamento tramite moduli”, dopo aver verificato la correttezza del codice fiscale.
In prima battuta, dopo aver ottenuto la prima parte del codice PIN, a causa di un problema con la trasmissione del modulo firmato digitalmente, decido di fare l’invio cartaceo come previsto in alternativa; in tal modo avrei dovuto ricevere sulla mia casella PEC “entro 24 ore dalla ricezione del modulo firmato da parte del MEF” la seconda parte del codice.
Passato un mese e non avendo ricevuto nulla, provvedo a ripetere la procedura, questa volta caricando il modulo con firma digitale direttamente sul sito. In questo caso la seconda parte del PIN sarebbe arrivata via PEC “entro 24 ore”. Passano cinque giorni ma, ancora una volta, non arriva niente. Decido allora di scrivere per chiarimenti all’apposito indirizzo e-mail di “Help Desk” messo a disposizione sul sito.
A tre giorni dalla mia richiesta di chiarimenti, ho ricevuto la risposta dall’help desk, che mi informa di aver regolarmente inviato la mail con la seconda parte del PIN e di verificare la corretta impostazione del mio indirizzo PEC, “probabilmente configurato per non ricevere da indirizzi non PEC”.
Quindi, in sintesi, loro comunicano da indirizzo normale a indirizzo PEC! Considerando che moltissimi indirizzi PEC sono configurati per ricevere solo mail PEC, c’è da aspettarsi un bel marasma...
A questo punto mi domando: ma era proprio necessario fare questo spostamento di competenze oppure è stato un semplice gesto di spregio alla nostra categoria, cosa alla quale ormai la politica ci ha abituato?
Alessandro Lumi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pistoia
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