Elevato tenore di vita e pagamenti in contanti condannano l’imprenditore
Si tratta di elementi in grado di supportare le presunzioni operate sulla base degli accertamenti bancari ai fini dell’infedele dichiarazione
La condanna dell’imprenditore per dichiarazione infedele è legittima se fondata sul riscontro di versamenti sui conti correnti per importi notevolmente superiori alle soglie di punibilità e supportata dalla prova della tenuta di un elevato tenore di vita e dello svolgimento dell’attività secondo peculiari modalità “indicative” di potenziale evasione (assenza di una sede, conclusione di affari in luoghi inconsueti e pagamenti in contanti per importi rilevanti).
Sono queste le indicazioni desumibili dalla sentenza 5 giugno 2014 n. 23489 della Corte di Cassazione.
L’amministratore di una società dedita alla compravendita di orologi veniva condannato, sia in primo grado che in appello, per la fattispecie di cui all’art. 4 del DLgs. 74/2000 (dichiarazione infedele). ...
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