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IMPRESA

Risparmio d’imposta «profitto del reato» se effettivo e non solo virtuale

Per la Cassazione per l’accertamento del profitto, non si può prescindere dalla verifica degli anni di imposta successivi a quello contestato

/ Stefano COMELLINI

Sabato, 7 novembre 2015

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Il profitto del reato fiscale, oggetto di sequestro preventivo per equivalente, può consistere in un risparmio di imposta, sempre che sia “effettivo” e non meramente “virtuale”. Il principio è stato ribadito dalla Cassazione con la sentenza n. 44644 depositata ieri.

Nel caso di specie, il vincolo, disposto in relazione al reato di dichiarazione infedele (art. 4 del DLgs. n. 74/2000) contestato per l’indicazione di elementi passivi fittizi, era stato annullato dal giudice del riesame sulla considerazione che, per l’accertamento dell’eventuale profitto, non si possa prescindere dal verificare la condotta del contribuente negli anni di imposta successivi a quello contestato, al fine di accertare l’effettività del risparmio fiscale.

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