Via libera al sindacato di congruità sui costi e i ricavi
La Cassazione conferma la propria tesi, sostenendo che il Fisco non è vincolato al valore o al corrispettivo indicato in delibere e contratti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25908/2015, è tornata sul tema della congruità dei costi ai fini della deducibilità fiscale.
Nel caso di specie veniva disconosciuta la deducibilità di alcuni costi sostenuti in forza di un contratto di fornitura di servizi. La decisione della C.T. Prov., sfavorevole alla contribuente per non aver questa provato le ragioni del raddoppio, in corso di esecuzione, del corrispettivo a suo carico, era appellata e riformata dalla C.T. Reg., la quale affermava che la contribuente aveva documentalmente provato l’aumento del corrispettivo e che le argomentazioni dell’Ufficio, inerenti le motivazioni dell’aumento di tale costo, non rilevavano, non dimostrando né la simulazione, né la falsità dei costi. I giudici di merito ritenevano quindi sufficiente
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