Copertura dello «scudo fiscale» limitata
Anche in sede cautelare, l’indagato deve provare l’attinenza delle somme rimpatriate rispetto a quelle oggetto della condotta illecita contestata
Nel caso in cui vi sia una forte discrepanza tra gli elementi attivi non indicati in dichiarazione, con potenziale integrazione della fattispecie di dichiarazione infedele, e le somme oggetto della procedura di rimpatrio/regolarizzazione ex art. 13-bis del DL 78/2009, non è possibile limitarsi ad eccepire, anche solo in sede cautelare, l’efficacia estintiva della causa di non punibilità ivi prevista senza allegare elementi da cui desumere una certa, ancorché non esatta, corrispondenza tra la somma rimpatriata e quella oggetto di contestazione. L’importante precisazione è fornita dalla Cassazione nella sentenza n. 2221, depositata ieri.
Nel caso di specie, in particolare, un soggetto indagato per dichiarazione infedele (art. 4 del DLgs. 74/2000) in relazione all’anno 2008 (avendo ...
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