ACCEDI
Mercoledì, 4 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

La mia attività preelettorale si basa sul coinvolgimento della base

Martedì, 2 agosto 2016

x
STAMPA

Egregio Direttore, 
mi preme anzitutto esprimerle la mia soddisfazione per aver voluto concedere spazio, nella sua testata, alle legittime e pacate opinioni di un collega sul tema tanto delicato quanto attuale delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale.
Apprezzo l’opportunità che il suo giornale vorrà dare a quanti, d’ora in poi, intenderanno confrontare i loro punti di vista sullo stesso tema, ove ciò avvenga secondo i canoni della democraticità e della correttezza.

Quanto mai opportunamente in questo momento, la missiva pubblicata il 30 luglio (si veda “Sulle elezioni CNDCEC la paura è che si faccia di tutto perché nulla cambi”) mi offre l’occasione di esprimere il mio pensiero, con la consapevolezza di raggiungere proprio quella “base” cui il collega fa riferimento e che davvero merita considerazione prima ancora che rassicurazioni.

Le preoccupazioni espresse e le critiche mosse ad una macchina elettorale impostata su un criterio di funzionamento che finisce per scegliere un vertice distaccato dalla base sono le stesse che io stesso manifesto da sempre. Il difetto di un’elezione diretta del Consiglio Nazionale, che preclude a coloro che io considero “le membra” piuttosto che “i membri” di una categoria, perché sue parti vitali, organi di un corpo che solo nella sua interezza può dirsi vivo, è l’aspetto più critico di un sistema che sembrerebbe sminuire nella realtà il rispetto dell’ineludibile principio di democraticità. Ma tant’è.
Agli iscritti, in ogni caso, è giusto dar voce, sebbene nel rispetto della funzione rappresentativa che spetta ai loro Ordini.

A chi, come me, ha sempre avuto una collocazione ai vertici, le occasioni per cogliere le preoccupazioni e le istanze della categoria non sono mancate; ma da una ideale posizione minoritaria è stato difficile operare con i dovuti mezzi.

Ecco che allora oggi, affinché sia chiaro il segnale della diversità delle mie direttive d’azione, ho stabilito a presupposto della mia attività preelettorale il coinvolgimento delle basi: già all’indomani della mia candidatura alla Presidenza ho intrapreso un percorso, tanto geografico quanto simbolico, che mi porta ad incontrare tutti gli Ordini territoriali – e quindi gli iscritti – perché è ai loro bisogni che, ritengo, debba prestare cure e attenzione chi ambisce di porsi alla guida della categoria.
È chiaro, quindi, che non abbia ancora reso noto alcun programma, poiché esso non potrà prescindere anche da un attento lavoro di ascolto delle istanze specifiche e di intesa con gli interessati.

Ed a quanti si interrogano sul perché della mia candidatura, con accenti a volte anche poco riguardosi rispetto alla mia “presenza sulla scena” da oltre vent’anni (per me sono anche quaranta!), rispondo serenamente che nessun altro ha ritenuto di potersi proporre, pur essendo necessario offrire un’alternativa all’unica squadra già scesa in campo; ed anche che è ormai tempo (ed equo) che un forte segnale di diversità provenga da una terra – il Sud – troppo a lungo vilipesa, ma che, proprio grazie alle sue numerose esigenze di base, si è rivelata un valido elemento catalizzatore anche dei “richiami di dolore” provenienti dai colleghi del Centro-Nord, creando così un raccordo su cui è essenziale e utile continuare ad edificare.


Giorgio Sganga
Presidente Fondazione Nazionale Commercialisti

TORNA SU