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IMPRESA

Sull’impiego del denaro di provenienza illecita cresce il bisogno di certezze

Restano soluzioni contrastanti nella ricostruzione della giurisprudenza di legittimità

/ Maurizio MEOLI

Giovedì, 11 agosto 2016

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La Cassazione, nella sentenza n. 33076/2016, prende posizione su taluni profili controversi nella giurisprudenza di legittimità intervenuta in materia di “impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita” (art. 648-ter c.p.) e di rapporti con le fattispecie di ricettazione (art. 648 c.p.) e riciclaggio (art. 648-bis c.p.).

Si osserva, innanzitutto, come la fattispecie di “impiego” sia un delitto a forma libera, che può quindi realizzarsi secondo le più diverse condotte; ma queste devono essere caratterizzate da un tipico effetto dissimulatorio, avendo l’obbiettivo di ostacolare l’accertamento o l’astratta individuabilità dell’origine delittuosa del denaro ovvero degli altri beni o utilità che si intendono occultare. Nel medesimo senso

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