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LETTERE

Possiamo accettare un onere in più, pretendendo però controlli risolutori

Venerdì, 11 novembre 2016

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Spettabile Redazione,
scusate, ma ritenere, come nell’editoriale di Giancarlo Allione di sabato scorso (si veda “Non del tutto assolutamente sopportabile” del 5 novembre) che l’aggiunta di un ulteriore controllo (“la trentesima telecamera”) sia inutile, è vero non perché sono inutili le telecamere in sé (alias informatica e varie trasmissioni telematiche all’Agenzia delle Entrate), ma perché evidentemente i tanti dati trasmessi non vengono visualizzati con tempestività e incisività dagli organi di controllo.

Possiamo dirlo che all’Agenzia delle Entrate non si accendono molti alert automatici e i controlli sono ancora lasciati random a intuizione e buona volontà (discrezionalità?) dei funzionari fiscali preposti o è una verità che va taciuta?
Altrimenti qualcuno mi dica: come possano esistere sul mercato società che non presentano dichiarazioni fiscali o depositano bilanci in CCIAA da anni?

Non nascondiamoci poi dietro un dito. Prevedere sanzioni ridotte per la mancata trasmissione delle fatture facilita ancora una volta i disonesti che preferiranno pagare 2 euro (sempre che venga irrogata la sanzione) piuttosto che trasmettere all’Agenzia delle Entrate una fattura “taroccata”.

Quindi, per la funzione sociale che rivestiamo noi dottori commercialisti, vero anello di congiunzione fra lo Stato e le imprese, suggerirei di lasciar stare di rivendicare per noi pochi spiccioli (in questa situazione drammatica non rischiamo di passare per avidi?) e accettare un onere in più (finanche la trasmissione mensile se fosse necessario) pretendendo però che i controlli dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza (soprattutto) siano tempestivi, sostanziali e risolutori per eliminare le mele marce dal mercato (e ovviamente recuperare gettito fiscale a vantaggio di tutti, anche nostro).

 
Enrico Danelli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Lecco


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Caro Collega,
resto dell’idea che un conto è fare le dichiarazioni fiscali, un conto è fare il fornitore di dati strutturati in modo da rendere un soggetto terzo in grado di perseguire i suoi interessi mediante il loro utilizzo. Il primo è un dovere civico, l’altro è un servizio che, come tale, andrebbe pagato in modo proporzionato. Se noi producessimo scarpe e lo Stato ci obbligasse a fornire gratuitamente le scarpe per le divise dei Carabinieri, non parleremmo di collaborazione al mantenimento dell’ordine pubblico, ma di esproprio.


Giancarlo Allione


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